Di tutte le figure dell’immaginario horror il vampiro è quello più versatile:
sembra quasi che il pubblico non si stanchi mai di sentire storie che parlano di succhia sangue.
Il segreto?
Al contrario degli altri Mostri il vampiro è immortale, senziente e affascinante.
Totalmente irresistibile.
Attraversa gli oceani del tempo e si re-inventa, districandosi tra le ere più remote della storia dell’uomo fino al suo futuro più prossimo.
È un parassita: accompagna l’umanità dalla notte dei tempi e vedrà la morte dell’ultimo uomo sulla terra.
Ecco perché voglio inaugurare il mese dedicato all’Horror parlandovi dei primi due numeri di Deadblood, la miniserie sui vampiri pubblicata dalla giovane (ma sempre più solida) Noise Press.
Prima scrivevo di vampiri che viaggiano del tempo, no?
Anche in questo caso i Non-morti dai denti aguzzi si dividono in diverse epoche storiche: un futuro apocalittico, la Macedonia di Alessandro Magno, la Russia di inizio 900 e la Londra del 1628.
Tanti scenari quante sono le penne che hanno contribuito a rendere quello di Deadblood un universo intricato tutto da scoprire; due esempi emblematici:
In “Requiem” Massimiliano Grotti e Luca Frigerio ci scaraventano in un futuro post apocalittico popolato da mostri succhiasangue e ci affidano alle mani di un misterioso Immortale e del suo avventato compagno Siro.
Massimiliano Veltri con le sue chine oscure, opprimenti rende alla perfezione l’atmosfera incerta e claustrofobica dell’Apocalisse raccontata dai due autori.
Gianluca Manzo ne “La fonte della Vita” rilegge in maniera superba il mito di Alessandro Magno e dei suoi generali, mescolando con grande capacità i fatti storici alla fantasia.
A renderla la mia storia preferita ci ha pensato il duo Ferracci-Derosas che si sono distinti per il loro tratto particolare e incredibilmente efficace.
Vorrei spendere qualche parola per descrivere quanto particolare sia lo stile di Gabriele Derosas: spigoloso, dinamico, quasi cartoonesco.
È uno stile discutibile, che divide e non è sicuramente per tutti ma che a me ha convinto al 100%
Le donne di Veronica Frizzo, invece, nell’unica storia tutta al femminile, sono sinuose e affascinanti: delle vere vamp (-ire).
Una menzione particolare se la merita la copertina del secondo volume disegnata da Leonardo Colapietro: maestosa e ricca di dettagli, è degna di una qualsivoglia testata americana già affermata sul mercato.
Un pezzo da collezione.