A Sort of Fairytale – La fiaba che ogni adulto aspettava

Una volta terminato,  A Sort of Fairytale mi ha lasciato addosso la stessa sensazione di meraviglia che mi lasciavano le fiabe che mia madre mi leggeva da bambina.
È strana questa sensazione perché non si tratta affatto di una fiaba.
È  proprio il caso di dire che mai titolo fu più azzeccato di questo per un’opera.

A Sort of Fairytale non è come le fiabe che conosciamo ma è come una fiaba dovrebbe essere.

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Il mondo dell’infanzia è apparentemente semplice regolato da leggi ferine e dagli istinti più primordiali dove l’innocenza sta solo nelle forme.
I giochi dei bambini sono popolati dalla morte, dalla guerra, dalla forza.
I loro mondi inventati, le loro storie sono truci, devastanti.

Paolo Maini e Ludovica Ceregatti hanno saputo rendere alla perfezione l’infanzia in un contesto post-apocalittico:
Zoe, la bambina protagonista, sopravvive in un ambiente mutato e inospitale senza sembrare altro se non una bambina che ha ormai interiorizzato le regole del mondo che la circonda.
Zoe ragiona da bambina ma è abituata ai pericoli, alla Morte.
È  proprio lei a spiegarci nello stile poetico ma efficace dei bambini ciò che succede al nostro mondo nel 2012.

Un po’ come il Bambino de “La Strada” di Cormac McCarthy, la Bimba alterna momenti di pura consapevolezza a momenti di genuina speranza.

Paolo Maini è riuscito a calibrare bene tutti i piani di lettura della storia.

Da un lato abbiamo la violenza del mondo circostante popolato da chimere terribili, senza pietà pronte a divorare l’Uomo e la furia omicida dell’uomo che bracca e distrugge i suoi simili, somigliando sempre di più ai suoi predatori.
Dall’altra parte abbiamo Zoe e la Speranza che alimenta la sua ricerca.
È proprio lei , grazie alla sua gentilezza e al suo entusiasmo a riuscire ad avvicinare una delle Bestie senza farsi ammazzare.

Ludovica Ceregatti ha fatto un ottimo lavoro con la colorazione, prima ancora che con i disegni.

Tutto l’albo è soffocante: fa immergere il lettore in un’atmosfera tetra, angosciante.
La notte è oscura mentre il giorno è illuminato da un sole malato che spande intorno una luce verdastra.
Il mondo colorato da Ludovica Ceregatti è radioattivo, crudele.
Senza speranza.

asortoffairytale(3) Ma veniamo ai disegni.

È difficile definire lo stile dell’artista: la cosa che posso dire è che le sue tavole sono incredibilmente d’effetto: man mano che leggevo la storia è come se le mie emozioni fossero in accordo con quelle dei personaggi.

Credo che l’aggettivo giusto per definirne lo stile sia ESASPERATO.

L’esasperazione ha in questo caso un’accezione del tutto positiva: tutte le azioni, le espressioni sono estremizzate al 100%.
Il dolore, il pianto, l’affanno, la gioia e l’euforia sono completamente puri.
Arrivano al lettore senza filtri.

La vera sincronia tra disegni e sceneggiatura si percepisce grazie ai personaggi:
nonostante sia solo il primo numero, sappiamo già qualcosa di importante per ciascuno dei personaggi.
Le battute che Paolo sceglie per caratterizzare un personaggio vengono rimarcate da piccoli dettagli nei disegni di Ludovica:
un gesto, una fantasia, una microespressione del volto, uno sguardo, un oggetto richiamano l’intenzione della battuta.

E questo per me è assolutamente geniale.

Insomma, è abbastanza evidente che ASOF mi ha decisamente convinta.

Dopo “The Quest” la Noise Press ha pubblicato un’altra meraviglia.
Se del primo non avevo apprezzato la copertina, questa volta non ho davvero nulla da obiettare.

… No, bugia.
Obietto con forza:

quando lo facciamo uscire il secondo numero, Signori?

 

A Sort of Fairytale
Paolo Maini/ Ludovica Ceregatti
Noise Press 
10,00