La grande “G” è tornata a stupirci nuovamente. Surfisti della rete imbracciate la tavola, perchè questa volta saremo travolti da una vera e propria ondata di novità.
Google Wave– così si chiama la nuova creatura di Lars Rasmussen (Software Engineering Manager di Google, inventore di Google Maps) presentata lo scorso settembre alla conferenza per sviluppatori Google I/O di San Francisco e in Italia il 3 ottobre a Milano in occasione del Lab Forum 09.
Inizialmente riservato solo ad un numero limitato di utenti (furno spediti 100.000 inviti per testare la Beta), ora è aperto a tutti ed è disponibili su browser come Firefox, Safari e Chrome (naturalmente su quest’ultimo le operazioni sono svolte con maggiore velocità) e su smartphone che supportano HTML5 come Android, Nokia N900 e iPhone.
La nuova piattaforma riunisce tre elementi essenziali dell’attuale comunicazione telematica: e-mail, instant message, audio e video sharing. La loro combinazione attribuisce alle conversazioni un carattere di versatilità non indifferente. Inoltre è un sistema open source, quindi per il momento è errato parlare di un prodotto terminato.
Come potete notare dall’immagine, la schermata è suddivisa in quattro blocchi:
–Contacts: come suggerisce il nome, questo è il blocco in cui troviamo la lista contatti. Se gli amici presenti nella nostra rubrica Gmail hanno anche un account Wave, il loro contatto verrà automaticamente aggiunto. L’opzione Search ci permette di trovare velocemente la persona con cui vogliamo parlare.
–Navigation: è il blocco dedicato alle cartelle. Possiamo accedere alla lista delle varie wave tramite la selezione Inbox (la ritroveremo anche successivamente in un blocco a parte), visualizzare quelle create da noi cliccando su By Me o quelle create da utenti non presenti nella nostra lista contatti selezionando Requests. Seguono le sezioni atte per la modifica delle informazioni dell’account (Settings), visualizzazione delle e-mail eliminate (Trash) e di eventuali Spam nell’omonima sezione. Grazie alle funzionalità Searches e Folders, con l’immissione di una parola chiave, possiamo trovare una conversazione specifica. Con Extensions è possibile ottenere l’elenco delle estensioni attualmente disponibili.
–Inbox: questo blocco è un’estensione di Navigation. Il suo scopo è quello di mostrare nel dettaglio le selezioni precedentemente descritte.
–Wave: è il blocco sul quale andremo a scrivere. Quando creiamo una nuova wave possiamo decidere se avere un foglio completamente bianco (Blank Wave) oppure optare per i seguenti modelli consigliati: Discussion, Task tracking, Meeting, Document o Brainstorm.
Scrivere in Wave è semplicissimo. Una volta scelto il formato del foglio (libero o secondo modello) trascinate gli avatar dei contatti con i quali volete parlare nella parte superiore del foglio. I messaggi (blip in questo caso) possono essere modificati in qualsiasi momento, anche una volta pubblicati. Si sviluppano verticalmente e possono essere indipendenti oppure risposte all’interno di altri messaggi (opzione Reply). Nell’eventualità in cui vi siate dimenticati di aggiungere alla conversazione uno o più contatti, non dovrete temere di riscrivere tutto o condividere nuovamente i contenuti multimediali. Google Wave gode di una proprietà chiamata playback, che permette ai nuovi arrivati di poter rileggere l’intera ondata. Un’altra funzionalità chiamata Bloggy consente di inserire il post di un blog all’interno di una wave.
Ma non è tutto oro ciò che luccica. Ci sono tre elementi che rientrano nella categoria contro. Il primo lo troviamo nella grande velocità con cui possiamo scrivere i messaggi. Le e-mail diventano dei veri e propri messaggini privi della struttura e della forma che solamente la calma consente di creare. La seconda nota dolente riguarda la possibilità di vedere in tempo reale quel che viene scritto. Ogni singola lettera, parola e frase compariranno sotto ai nostri occhi mentre vengono scritte. Le prime volte è molto facile incappare in svariati lapsus Freudiani e leggere cose che non avremmo mai dovuto leggere. Infine, ogni partecipante alla discussione può invitare ogni suo contatto. Ciò evidenzia l’estrema facilità con cui è possibile minare la privacy di alcuni discorsi.
Nonostante tutto, resta pur sempre un’importante innovazione nel campo comunicativo e non passerà di certo inosservata. Per vederlo in azione qui sotto trovate il tutorial…perchè limitarsi ad osservarlo quando potreste usarlo non solo a scopo personale, ma anche per collaborare con la nostra redazione scrivendo degli articoli? Non siate timidi e mandate un’e-mail a info@mondonerd.it oppure scrivete a diretta@radioversilia.com