Ci siamo. È arrivato in edicola l’atteso Una nuova vita, numero settembrino della fase ‘interlocutoria’ di Dylan Dog prima dell’annunciato rinnovamento della storica testata Bonelli a firma di Roberto Recchioni ed altri fedelissimi, così come fortemente voluto dal papà dell’indagatore dell’incubo, Tiziano Sclavi.
Prima della rivoluzione, che sarà in atto compiutamente solo tra circa un anno, avremo dunque tra le mani albi che erano già in lavorazione e che sono stati, per così dire, ritoccati per dare una piccola ma tangibile sensazione di work in progress. Quindi ecco il ‘voi’ essere sostituito dal ‘lei’, e altri piccoli accorgimenti – probabilmente solo lessicali – che vedremo nei prossimi mesi, in attesa che le storie vengano anche scardinate a livello di base. In effetti, come Una nuova vita dimostra, continuare a vedere un protagonista fuori dal mondo, che non utilizza per lo meno uno scarsissimo telefono cellulare (non che questa possa essere una delle novità in vista, eh!), persino in casi di emergenza e/o bisogno tempestivo di comunicare qualcosa, inizia ad essere più un limite che un vezzo affascinante, per quanto mi riguarda.
Premetto: sono uno di quelli che ha smesso di comprare DD a pochi numeri dal fantomatico 100, e lo ha poi saltuariamente scroccato o acquistato in occasioni speciali (vedi i numeri celebrativi, i Color fest etc.). Nonostante tutto, possedendo la collezione e amando nostalgicamente il Dylan del tempo che fu – posto che come Sclavi nessuno lo sa scrivere, e che pochi mi hanno fatto gioire, se non Chiaverotti e Medda – non sono assolutamente un talebano e Barbato, Ruju e Recchioni hanno saputo fare cose interessanti, nei limiti del possibile. Adesso quei limiti iniziano a stare stretti, e c’è bisogno che la nuova generazione si faccia largo. Ad accorgersene, come tradizione vuole, il “vecchio” Tiziano (di cui, non dimentichiamolo, Dylan è l’alter ego di fatto!) che con coraggio e un po’ di spavalderia ha ripreso il pallino del gioco del personaggio ed affidato a Recchioni (accanto a Busatta) la cura del mensile dell’old boy.
Ma insomma, com’è questo Una nuova vita? Iniziamo dall’autore, e intendiamo autore a tutto tondo (storia e disegni) ovvero Carlo Ambrosini. Un signore che ha sempre tenuto alta la bandiera del fumetto e che anche in questo caso dimostra una grande professionalità, a prescindere dai gusti. Lo spunto è davvero interessante, la storia nel suo sviluppo forse inficiata da troppe parole e spiegoni, ma in sostanza il risultato finale non è affatto criticabile. Certo, lascerà a bocca asciutta chi si era illuso che le grandi manovre sarebbero partite da qui, ma non si può avere tutto, e la cosa è stata anticipata in modo chiaro con ogni mezzo. Riparte con una nuova marcia anche l’Horror Club, che questo mese vede Recchioni presentarsi in prima persona (cosa che gli piace tanto, scommettiamo, eh eh) e spiegare la filosofia alla base della sua “run” dylandoghiana: “Sono un sognatore che coltiva la speranza di tornare a leggere quel fumetto inquietante, imprevedibile, pieno di orrore, ironia e romanticismo”. Quello di Sclavi. Non è quello che vorremmo tutti, in fondo? Per cui, bando ai fondamentalismi, che poi sono in gran parte sbagliati, in quanto un tornare allo spirito originario, anche se in forma diversa, sarebbe un gran passo avanti!
Complimenti alla copertina del buon Angelo Stano, che porta una ventata di novità nella presentazione dell’albo: possiamo presumere che da ora in poi non vedremo più una ‘semplice’ vignetta e/o situazione dell’albo presa di peso e riprodotta sul frontespizio, ma in modo più azzeccato un vero e proprio ‘quadro’ ispirato all’atmosfera e al tema principale della storia, che coinvolge il nostro buon Dylan.
Troppo presto, comunque, per esigere terremoti e tirare le somme: come anticipato chiaramente, queste sono soltanto ‘scosse d’assestamento’ che preludono al cambiamento vero e proprio. La speranza, naturalmente, è quella di non vedere nei prossimi mesi lo stesso tipo di storie che hanno fatto raffreddare l’interesse intorno all’old boy: ma siamo sicuri che Recchioni e lo staff hanno preso in questo senso le proprie contromisure.
Fiducia dunque, e attendiamo curiosi. Per quanto mi riguarda, sono tornato ad essere un acquirente regolare di DD.