Il primo numero di “Morgan Lost”
è stato amore a prima vista.
Letteralmente.
È bastata la copertina di Fabrizio de Tommaso a convincermi a comprare l’albo: uno sfondo rosso acceso, una galleria di mostri senza nome e lui, l’eroe mascherato in primo piano.
Una volta sfogliato, letto e gustato numerosissime volte, posso dire che tutto il volume nella sua interezza è frutto di un mix micidiale di elementi eccezionali: ottima storia, disegni incredibili e un progetto grafico a dir poco geniale.
Ma andiamo con ordine:
Claudio Chiaverotti, già autore di Dylan Dog e creatore di Brendon, ci porta a New Heliopolis, città dal volto futuristico dove i serial killer sono delle vere e proprie star dalla personalità carismatica, tanto da meritarsi un intero notiziario tutto per sé.
A combattere questi feroci assassini e gli S.I., i soggetti ignoti, c’è una nutrita squadra di Cacciatori di taglie professionisti che ha il compito di braccarli e ilpiacere di intascare la taglia sulla loro testa, ovviamente.
Tra questi, quel bell’uomo di Morgan Lost.
Morgan è un (anti)eroe dal passato insanguinato e il presente in bilico tra la sua ricerca disperata di risposte e la follia.
All’apparenza, sembra io stia descrivendo il solito personaggio “dark”, un bello e dannato come tanti altri.
E invece no.
In questo primo numero facciamo conoscenza di un eroe imperfetto, riservato, innamorato e fragile; abbiamo a che fare con un uomo a pezzi, che si tiene insieme grazie al suo lavoro.
Mostra pochissime delle sue grandi qualità e scopre subito i suoi difetti, come a voler mettere a suo agio il lettore.
Nonostante la forma fisica perfetta, Morgan si tratta male, malissimo, al limite dell’autodistruzione totale: mangia cibo spazzatura tutti i giorni e ingerisce farmaci con l’alcol.
Morgan quando è sconvolto non riesce a pensare, gli viene la nausea e gli si gelano le mani.
Balbetta, come se fosse tornato indietro ai tempi dell’orfanotrofio.
Come se non bastasse è anche daltonico e vede il mondo in “sfumature di grigio a sprazzi di rosso”, come se fosse uno strano film.
Morgan è perduto, ma fidatevi, si sta ritrovando.
A dar corpo alla vicenda ci pensa Michele Rubini con le sue tavole, confermando ancora una volta la bravura dei disegnatori di casa Bonelli.
Le atmosfere e gli abitanti di Heliopolis mi ricordano piacevolmente quelle di Blade Runner, Gotham e Sin City.
Ogni scena è composta splendidamente, ricca di dettagli delicati e azione narrativa: i visi e gli scenari sussurrano al lettore una storia segreta.
La caratteristica vincente di questa testata è la colorazione in tre colori diversi:bianco, grigio e rosso; mentre leggiamo noi osserviamo il mondo con gli occhi di Morgan Lost.
Scelta particolare e vincente, perché l’albo viene impreziosito dalle note di colore che mettono in luce alcuni dettagli dei disegni di Rubini che nell’insieme del solito bianco e nero andrebbero perduti.
“L’uomo dell’ultima notte” è un esordio da manuale, un pilot che ogni lettore sogna di poter leggere una volta nella vita.
La creatura di Chiaverotti è impeccabile, frutto di tanto amore e cura per i dettagli che mancava da troppo tempo sulla scena fumettistica italiana.
Dopo aver visto la copertina del secondo numero sto già contando i giorni che mi separano dal 19 Novembre.