Come ti trasformo la fantascienza in realtà: in Giappone c’è l’Italia del Futuro

Esiste un’Italia, ed è evidente, fatta di crisi economiche e crisi politiche, un’Italia che sembra scricchiolare, quasi non reggere il suo stesso peso e poi c’è un’Italia che può andare fiera, quella composta da menti che nulla hanno da invidiare ai grandi geni del passato che hanno popolato il Bel Paese. Un’Italia che può gonfiare il petto e guardare dritta negli occhi gli altri Paesi e magari dirgli anche “Oh dai, levati”.
Da ieri, a Tokyo, l’Istituto Culturale Italiano, insieme con il Cnr, l’Istituto Italiano di Tecnologia, l’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare e la Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa hanno dato il via all’esposizione delle meraviglie tecnologiche che negli ultimi anni l’Italia ha saputo creare e che – come si diceva – rinnovano la fama del genio italico che da Leonardo in poi non manca mai di sgomitare, tirare giù nomi e lanciare anche due petardi dal terrazino per attirare l’attenzione.

innovazione

A Italia del Futuro, questo il titolo dell’esposizione che resterà aperta fino al 17 Maggio, i visitatori potranno ammirare, per esempio, un tessuto così speciale che basta esporlo ai raggi solari affinché si vedano sparire le macchie che lo ricoprono. Sembra l’equip standard di un gioco di ruolo fantascienzo e invece è la realtà: il futuristico prodotto è infatti stato messo a punto dall’Istituto di Scienza e Tecnologia dei materiali ceramici del Cnr di Faenza e viene appunto esposto in questi giorni a Tokyo.
Ancora a Faenza si è studiata un’altra piccola, grande meraviglia: protesi ortopediche di nuova generazione, costruite a partire dal legno. Secondo gli studiosi impegnati nel progetto, infatti, il legno è il materiale che più si avvicina alla consistenza dell’osso umano e ne ha le medesime proprietà biomeccaniche. Tali protesi naturali hanno delle proprietà rigenerative, per cui dovrebbero favorire la ricrescita dell’osso.
Lasciamo Faenza e passiamo alla Toscana e alla Liguria, e più precisamente alla Scuola Sant’Anna di Pisa e all’Istituto Italiano di Tecnologia di Genova. A Pisa l’Istituto di Bio-robotica è ad oggi riconosciuto tra i leader mondiali della ricerca in questo settore, che si occupa dello studio dei sistemi biologici da un punto di vista “meccatronico”. Si integrano cioè gli approcci della meccanica, dell’elettronica e dell’informatica per progettare macchine e sistemi ispirati alla vita biologica. Tra le stupefacenti realizzazioni esposte a Tokyo, spicca quella del robot Dustbot che potrebbe trovare un impiego pratico nella raccolta dei rifiuti differenziati. In tanti piccoli centri infatti la raccolta non viene effettuata portando i rifiuti ai cassonetti, ma lasciandoli fuori casa. Dustbot potrebbe percorrere le vie cittadine raccogliendo in modo automatico, senza costi aggiuntivi di manodopera, i rifiuti accatastati fuori dalle abitazioni.
Sicuramente più suggestivo, almeno come apparenza, è l’altro robot realizzato dall’Iit, chiamato Icub, ovvero un vero robot dalle fattezze umanoidi delle dimensioni di un bambino di 3 anni. Possiede 53 gradi di snodo, di cui 41 nella parte superiore del corpo e 9 in ciascuna mano. E’ dotato di telecamere, microfoni, giroscopi, accellerometri, sensori di torsione e sensori tattili ed è uno degli androidi complessi più utilizzati al mondo. Tra le sue possibili occupazioni, il supporto nella terapia dei bambini autistici.
Sempre la Scuola di Sant’Anna ha elaborato un arto meccanico la cui peculiarità è di essere estremamente flessibile, in modo da superare un grosso limite dei robot attuali: appunto la loro rigidità. Il suo nome – non certo a caso – è Octopus. La flessibilità di cui è dotato permette di compiere operazioni delicate tra cui: endoscopia morbida ed esplorazione dei fondali sottomarini.

icub-robot

Per finire il Politecnico di Milano ha realizzato un piccolo gioiello della tecnica, nel senso letterale del termine. I tecnici dell’Università milanese hanno infatti elaborato una tecnica molto sofisticata della lavorazione del titanio: così sottile e raffinata da poter realizzare, con questo metallo, dei veri e propri gioielli.
Insomma, ieri a Tokyo sono sbarcati gli italiani da fantascienza, con un’invasione di idee innovative e invenzioni rivoluzionarie che non mancheranno di lasciare a bocca aperta i nostri amici jappi.