Questa recensione sarà (abbastanza) breve e (spero) chiara. Anche nel suo intento di non voler parlare, neppure per un istante, della trama del film, ma solo della sua ‘portata’ culturale.
Oblivion è un film da vedere proprio perché, forse, lo avete già visto.
Tornare ad inventare.
Questa pellicola è dunque un’opera che assume un valore che va oltre i suoi reali meriti (o demeriti). Uno spartiacque per certi versi necessario: dopo Oblivion, chiunque vorrà misurarsi con la fantascienza dovrà farlo veramente in maniera originale e diversa, perché la saturazione è stata definitivamente raggiunta.
Chi scrive è un convinto assertore del credo che vuole il tutto essere qualcosa di più delle singole parti che lo compongono. E che un film debba avere, oltre che un’identità, anche un’anima. In questo Oblivion riesce a centrare il bersaglio: configurandosi come un ‘filmone’ classico, di quelli star-genere-convenzioni, riesce a sabotare in minima parte il tutto con un respiro ampio e un gioco pulito, non cercando mai di mostrarsi per quello che non è e prendendosi tutto il tempo necessario per raccontare quello che vuole. Anche quando è semplicistico, annunciato, spudoratamente ludico.
Fianco scopertissimo, dunque, alle critiche. Che sono arrivate subito e piuttosto veementi, anche ingenerose. Si è assistito alla
Bene. Dato che lo spettatore (e il lettore di queste righe) sarà capacissimo di cogliere quello che vuole e che può, senza sentirsi menomato se non coglie questo o quel presunto omaggio/furto, la riflessione si riduce a quella che è l’essenza stessa della settima arte: intrattiene? Sì. Diverte? Sì. Cattura ed emoziona? Per quanto mi riguarda, sì (ma potrei essere troppo buono, quando vedo dei vinili tutto diventa più bello).
Film destinato invariabilmente a dividere, mi vede schierato tra gli estimatori.
La recensione è finita, adesso possiamo parlare di cazzate inessenziali al giudizio oggettivo del film. Tom Cruise sfancula i suoi detrattori, e non soltanto a cinquant’anni suonati ne dimostra 35, ma sembra pure ringiovanito rispetto alle ultime pellicole. Le donne sono bellissime e bravissime, non credete a chi offende la rossa perché sgrana gli occhioni e la mora perché faceva la modella. Morgan Freeman, mon dieu, è IL carisma fatto uomo, anche solo se fuma un sigaro. Nikolaj Coster-Waldau saluta i fan di Game of Thrones. Sì, i droni sono figli illegittimi di HAL9000 e un iPad, e allora? Rilassatevi, santa Interzona, è solo un film, non un esame di cinema/letteratura/storiadeivideogiochi. Fate un applauso a quelli che vi citano i riferimenti, non scontentateli. Avranno pure perso tempo a farsi una cultura per qualche motivo, no?