Ci sono serie tv che emozionano. Altre che divertono. Altre ancora che spaventano: è quello che ci piace
Consigliando la visione a tutti, di seguito riporto titoli e brevi descrizioni ragionate di quelli che sono gli episodi che compongono le due stagioni (di 3 episodi ciascuna) andate in onda finora sul britannico Channel 4, in Italia su Sky. Se leggendo provate un brivido di inquietudine, niente paura: è esattamente quello che il geniale autore Charlie Brooker (comico, scrittore, sceneggiatore e molto altro), con il suo team, è riuscito a ottenere con la sua creatura… e vi assicuro che la visione è assolutamente sorprendente (quando non squisitamente disturbante).
STAGIONE UNO
15 million merits – L’episodio dalla cornice più fantascientifica (futuro grottesco e distopico) vede
The entire history of you – Per quella che è la conclusione della prima stagione, un episodio strepitoso con atmosfera ballardiana (da presupposti dickiani, però). Cosa succederebbe se ogni nostro singolo ricordo, ogni minuto della nostra vita, potessero essere registrati in un piccolo dispositivo sistemato dietro l’orecchio? Quante situazioni potrebbero cambiare drasticamente significato, rivedendole nei loro minimi dettagli? La privacy esisterebbe ancora o sarebbe solo un pallido ricordo? Queste e altre domande in un episodio freddo come la lama di un coltello eppure densissimo di emozioni… alla fine ci si sente svuotati, paranoici, stremati. E qualche riflessione sull’esasperazione della registrazione realtà e della nostra storia, forse, sarà inevitabile.
STAGIONE DUE
Be right back – Parte quasi in sordina la seconda stagione, con un episodio davvero “creepy”: se in
White Bear – Più che mai episodio che sorprende, con un twist che rivoluziona la narrazione e ci mette di fronte ad un interrogativo etico e umano gigantesco. Ancora una volta si lascia da parte l’esasperazione futuristica per parlare delle degenerazioni della società, figlie della spettacolarizzazione e del feticismo dell’immagine, che quasi ci rende spettatori-cameraman ebeti di eventi, fino a rivelarci massa indistinta mossa da pulsioni primordiali e assenza di scrupoli. Detta così so che suona vago… sappiate che rivelare dettagli di questa puntata è un delitto: la protagonista si risveglia senza memoria in una casa e pian piano deve mettere insieme i ricordi, mentre gente mascherata tenta di ucciderla e tutti i cittadini del paese la filmano, muti, senza muovere un dito…
The Waldo Moment – La puntata che ha fatto più discutere, per i suoi contorni di narrazione ‘classica’ (in effetti il canovaccio è quasi hollywoodiano), ma soprattutto per la drammatica coincidenza con le nostre vicende politiche italiane. Waldo, un cartoon comico animato in tempo reale, si candida alle elezioni locali. Suona familiare? L’attore che lo controlla è scettico, i producer entusiasti e senza scrupoli, i politici di mestiere spiazzati, la gente… è frustrata e asseconda gli insulti e il populismo di Waldo. La storia procede in modo quasi lineare, ma la tesi di fondo spaventa sul serio: e se, alla fine, l’antipolitica diventasse una teoria politica vera sulla quale speculare e poi governare? Controverso, discutibile e provocatorio, inficiato da un finale forse eccessivo: ma in 40 minuti e poco più ci mette di fronte uno scenario che deve far pensare. E molto. A noi stessi, prima di tutto.