Gli immancabili di Natale

Con il freddo, la neve, i cani coi cappottini ridicoli, le slitte lanciate giù dai cavalcavia, il ciobar che tutte le volte non viene mai come sulla confezione, il presepe del vicino sempre più verde (perché usa i marziani)… tornano anche loro. Le pellicole degli inimitabili anni ’80 che tra ingenuità, candore e solenni effettoni artigianali ci hanno fatto sognare. Ne abbiamo selezionate alcune a tema più o meno nerd… ovvero, fantascienza e sovrannaturale (sui generis). Per intenderci, non troverete Una poltrona per due, checcipiacepuretanto. Ma nemmeno film strettamente natalizi: semplicemente quelli che la tv snobba tutto l’anno per poi riproporre puntualmente sotto l’albero (o qualsiasi altro simbolo del vostro Natale)

E.T.
Inizio da lui per vari motivi e tutti personali: sono nato l’anno della sua uscita, è uno dei film più belli della storia IMHO, e mi fa piangere ancora oggi. Se qualcuno per disgrazia non l’avesse ancora visto non rivelerò nulla, ma dirò solamente che la scena delle bici che prendono il volo, accompagnata dalle note di John Williams, rappresenta in modo mai raggiunto prima la meraviglia e il mistero dell’infanzia. Altro che realismo: Spielberg uber alles.

LA STORIA INFINITA
Ci siamo cascati tutti. Una delle peggiori trasposizioni cinematografiche di un libro per l’infanzia è diventata nonostante tutto, un classico e un intoccabile delle feste (per non parlare dell’immaginario dei trentenni di oggi). Nonostante la teutonica grevità di Wolfgang Petersen e dei suoi collaboratori, i tagli a metà della storia (che quella finiva, eh), gli effetti poco speciali anche per l’epoca… il libro di Michael Ende è troppo bello per soccombere. Ma non penserete che ancora oggi io non sogni di salire in groppa a Falkor! Lo amo, ma rivedendolo possiamo affermare che non è invecchiato bene (il film. Falkor sembra sempre lo stesso). Spero che chi ha realizzato i sequel stia marcendo a Guantanamo.

D.A.R.Y.L.
La parte del piccolo cyborg in fuga dai cattivoni militari (yawn) riscatta in parte Barrett Oliver, uno degli attori bambini ottanteschi scomparsi poi nel nulla (adesso è un apprezzato fotografo) dall’iconico ruolo di Bastian, frignone rompiballe de “La Storia Infinita” (vedi sopra). Vabbè, lì reggere il confronto con quel figo di Atreyu era impossibile. Come dite? Barrett era anche nell’orginale Frankenweenie? Io ricordo solo il povero Sparky

SOS FANTASMI
Eh sì, Richard Donner andava alla grande. Quando ancora non si era incancrenito sui sequel di Arma Letale… una grande commedia Natalizia anni ’80. Scrooged!, titolo chiarissimo, che più chiaro non si può (come ACE). Sì, il finale è zuccheroso, stucchevole e insomma il pippone di Bill non convince granchè, mica ci credeva mentre lo recitava. Ma il sadico bastardo di successo capo della tv, che licenzia a suo capriccio e se ne fotte di parenti e amici, beh, adesso lo odiereste ancora più di allora: e forse nemmeno gli dareste opportunità di riscatto. Ma è Bill Murray, ragazzi. A lui si perdona tutto (o quasi, dài).

NAVIGATOR
Un filmone sui rapimenti alieni e i paradossi temporali. Ben prima che Fox Mulder arrivasse a smarmellarci i cosiddetti, il piccolo David si ritrova abducted, intrappolato nel futuro, rischia di finire come una cavia della NASA che poi prende per il culo, ruba un’astronave che chiede “Consenso” in modo petulante per qualsiasi cosa e si fa un viaggetto qua e là per il tempo-spazio. Non male. Alla fine tutto torna a posto (uffa). Dirige Randal Kleiser (Grease, Laguna Blu… vi rendete conto?)

CANTO DI NATALE DI TOPOLINO
Il miglior mediometraggio della Disney esistente. Ammettetelo, anime candide! Non fate gli snob: come al solito, la partenza fa perdonare il lieto fine. Zio Paperone a livelli di scorbuticità inauditi, che liquida tutto con “Bubbole!” e maltratta un denutrito Topolino-Cratchit, a me piaceva da matti. Fin da piccolo ero allergico ai sorci. Oscar come miglior attore non protagonista a Pippo, un Marley da lacrime (ahahah!). So che avreste preferito vedere Festa in casa Muppet, ma in fondo è sempre Dickens (sebbene con l’immenso Micheal Caine): facciamo conto di averlo citato!