Star Wars: The Old Republic

Inizio subito col dire che questa non è una recensione, la rete è già intasata di opinioni, lodi e insulti a Star Wars: The Old Republic (da adesso in poi SWTOR). Il pezzo che vado a scrive, dopo essere stato colto come al solito dalla “sindrome del foglio bianco” è semplicemente una piccola analisi di un gioco che è stato tanto atteso, che ha tanto entusiasmato ma anche tanto deluso e che in ogni caso, per la sua stessa natura, è stato giocato un po’ da tutti i cultori del gioco massivo.

Lo dico subito, così mi tolgo il dente, per certi versi SWTOR è deludente, dopo tre anni di forte hype ci si ritrova a giocare un titolo graficamente datato e con un pesante bisogno di bug control, questo per un titolo targato BioWare è qualcosa di inammissibile. La struttura generale è praticamente quella di Knight of Old Republic leggermente migliorata e con il gameplay adattato alle necessità dei MMORPG: ci troviamo sempre dinnanzi alla “sacra trinità” DPS – Tank – Healer, non manca l’albero dei talenti, lavori primari, lavori secondari e soprattutto non manca quellasensazione di essere destinati al farming selvaggio. Considerando il fatto che, nel 2008, SWTOR era stato presentato come il gioco che una volta ultimato sarebbe riuscito a contrastare la supremazia di World of Warcraft, cambiando in modo totale la concezione di massivo, ritrovare al suo interno le principali funzioni introdotte dal suo “antagonista” fa storcere un poco il naso anche al fanboy più ortodosso.

Non solo questo, la verità è che per chiunque abbia giocato al Vanilla di WoW (raid da 40 personaggi, cap level lungo come la fame, etc.) SWTOR è di una semplicità disarmante, lo script dei Boss è a livello elementare, gli Elite si abbattono a gruppi anche con la semplice compagnia del Companion e, più in generale, un gamer esperto riesce a farsi una decina di livelli in un paio d’ore, equipandosi totalmente con pezzi blu. Altro difetto incredibile, vista soprattutto l’esperienza di Bioware nei videogames, è il player versus player, in una sessione di War Zone (così è chiamato in SWTOR il Battleground) mi sonoritrovato a livello 12 ad affrontare un livello 40 e proseguendo ancora nella lista potrei citare la struttura assurda della chat a scomparsa che non avvisa dei messaggi arrivati, poco male direte voi, con Ventrillo e Team Speak la chat risulta inutile… niente di più sbagliato.  In SWTOR la chat è importantissima poiché, oltre ai soliti valor point del pvp, potrete ottenere tramite essa dei SocialPoint che vi serviranno per salire di livello sociale e per acquistare equipaggiamento pressol’apposito vendor. Tanta importanza all’aspetto sociale e poi aggiungere un contatto risulta quasi demenziale, infatti è possibile creare una lista di amici solo tramite nick e non tramite il real ID (con tutti i problemi che questo comporta per una Gilda).

Al lancio SWTOR poi ha fatto trovare a milioni di appassionati la più bella delle sorprese, server pieni e code di quasi due ore per poter accedere, certo Electronic Arts ha fatto di tutto per porre rimedio alla cosa, tuttavia mi permetto di dire agli amici di EA che non aspettarsi da un MMORPG basato su licenza Star Wars un’affluenza del genere non è stato il massimo della professionalità, soprattutto se consideriamo il fatto che, pochi giorni prima dell’uscita di questo titolo, Star Wars Galaxy era stato chiuso e aveva lasciato orfana un’intera comunità composta da migliaia di persone. Non accetto scuse da questo punto di vista e il dichiarare che il primo mese di gioco è gratuito ha solo peggiorato e cose, perché – diciamocelo – il primo mese non è GRATUITO, il primo mese è INCLUSO (e comunque risulta utilizzabile solo dopo sottoscrizione a un abbonamento), la gente paga per il gioco e per quel mese e ha diritto a giocare, la EA aveva il dovere di essere pronta.

Dunque Star Wars: The Old Republic è un gioco da scartare? Assolutamente no! Nonostante questi pesanti difetti SWTOR è un titolo coinvolgente che porta davvero delle innovazioni nel mondo dei massivi e che può tranquillamente essere considerato come una valida alternativa al titolo più blasonato della Blizzard. Bioware è riuscita in un’impresa titanica, ovvero ha inserito tutti quegli elementi che hanno fatto ilsuccesso di KOTOR, Oblivion, Mass Effect, Skyrim, in un MMO. In SWOTOR la trama si sviluppa aseconda della classe, le scelte di dialogo influenzano non solo il Lato della Forza ma anche le reazioni dei PNG. L’inserimento dei Companion (png completamente buildabili) ha ampliato non di poco la componente strategica, tanto che la stessa Blizzard sta considerando la cosa per la prossima espansione di WoW.

Il tutorial del gioco è così bene inserito che quasi non lo si nota e arrivati a livello 10 – momento della scelta di specializzazione – si ha ben chiaro dove e come impostare il proprio alter eg odigitale. Una specializzazione, va detto, che è quasi capillare poiché oltre alle classiche suddivisionidi tank – healer – damage dealer già citate si dovrà scegliere fra delle sottoclassi suddivise acoppie per ciascuna classe primaria e ancora scegliere poi quali talenti attribuire al personaggio tramite i tre alberi dei talenti resi disponibili. Anche per l’housing BioWare sceglie una strada innovativa per questo genere di giochi ma giàbattuta nei cugini single player. Abbandonate il ricordo delle player city piene di ospedali, negozi, cantine, taverne et similia, in SWTOR la vostra astronave sarà la vostra casa. Una volta raggiunto il quindicesimo livello potrete infatti ottenerne una (in tutto sono sei diverse classi astronavi), all’interno della quale potrete esplorare, craftare, riposare, riporre oggetti, invitare amici e parentie – ovviamente – dedicarvi allo Space Combat.

Lo Space Combat è un’altra feature introdotta in questo gioco, un sottogioco che permette di lasciare il suolo del pianeta di turno e dedicarsi a un ottimo rail shooter dai connotati a dir poco spettacolari (il tutto, nel caso non fosse nelle vostre corde, skippabile tranne che per una singola missione). Cosa sarebbe poi un MMORPG senza Istance e Raid? In SWTOR prendono il nome di Flashpoint e Operation e, anche in questo caso, non mancano di una componente innovativa. Nei Flashpoint (otto in tutto, per il momento) si affronteranno in party nemici più potenti e si avrà la ossibilità dicompletare i vari set messi a disposizione, arrivati al cap level poi si potranno ricompletatare inmodalità hard. Fino a questo punto nulla di nuovo sotto il sole, tuttavia i dialoghi presenti all’interno di questi dungeon muteranno lo sviluppo della trama avviando esiti differenti a seconda delle scelte intraprese dal gruppo. Sulle Operation v’è poco da aggiungere, sono Flashpoint elevati all’ennesima potenza e costituiscono l’end game del gioco pve e sono strutturate per essere svolte da gruppi di sedici giocatori in scenari comunque sempre suggestivi e affascinanti.

Molte dunque le novità che vanno a fare da contraltare ai lati negativi di questo titolo che, nonostante tutto, risulta essere non un Knight of old republic III ma che diventa capitolo successivo all’ultimo KOTOR. Star Wars: The old Republic è sicuramente un gioco da migliorare tanto, vero anche che è appena uscito e che i ragazzi di BioWare sono perennemente al lavoro per sistemare ogni problema e per implementare i numerosi aspetti di questo titolo che risulta comunque altamente giocabile e che, come da avvertenze, dà una forte dipendenza soprattutto ai fan della Saga. Nonostante la grafica sia un po’ datata e il sistema di controllo non comporti nulla di innovativo, SWTOR può tranquillamente ambire a essere una validissima alternativa a elfi, nani, cadaveri e quanto d’altro si aggiri per i territori di Azeroth.

In fin dei conti ditemi voi, quale Paladino può competere con un qualsiasi Cavaliere Jedi se cancelliamo dalla lista Qui-Gon Jinn? Quale Death Knight può competere con un qualsiasi Oscuro Signore dei Sith? Star Wars: The Old Republic è un successo annunciato per molte ragioni, non mancherà sicuramente il suo obbiettivo. Non ci resta che confidare nel lavoro di ottimizzazione di un Team epico e nella risoluzione dei (gravi) problemi che lo affiggono e – ovviamente – nondimentichiamoci di confidare nella Forza.