Dopo un lungo e travagliato sviluppo, è arrivato sugli scaffali l’attesissimo Star Trek Online, il MMORPG tratto dalla celeberrima serie di fantascienza che vanta numerosi film e svariate incarnazioni televisive. La nota software house Cryptic ne ha acquisito il marchio e ha lanciato il gioco all’inizio di febbraio.
Nel gioco saremo i capitani della nostra nave stellare, e potremo scegliere se far parte della Federazione Unita dei Pianeti o dell’Impero Klingon; ogni dettaglio del nostro avatar sarà personalizzabile (si potrà perfino creare una nuova razza), così come i particolari del nostro vascello (scudo deflettore, gondole di curvatura, sezione a disco, etc.); avremo anche a disposizione diversi ufficiali di plancia per le varie sezioni; anche questi potranno essere personalizzati, seppure a un grado minore: ci verranno infatti già assegnati con un nome e una razza, ma starà a noi svilupparne le capacità e perfino promuoverli. Gli ufficiali agiranno come “abilità aggiuntive” nel combattimento spaziale, ma nelle missioni a terra saranno dei PNG dotati di una loro Intelligenza Artificiale tale da ridurre al minimo i nostri interventi. Soprattutto nel primo caso, però, potranno davvero “fare la differenza” con tutte quelle manovre che nei telefilm abbiamo sentito ordinare più volte dal capitano di turno e che a livello di gioco si riveleranno utilissime.
Partiamo dunque con la nostra carriera di ufficiali.
Trattandosi di un tutorial ed essendo il nostro personaggio fresco fresco d’Accademia, ci saremmo aspettati una bella Kobayashi Maru (per i non-trekker, si tratta della simulazione a cui vengono sottoposti i cadetti come esame finale)… e invece, dopo un’introduzione narrata dalla voce di Leonard Nimoy, eccoci catapultati nel bel mezzo di una situazione di crisi, con i Borg che attaccano da tutte le parti. Risolto il problema, per i nostri meriti ci verrà assegnata una nave nuova di zecca: un caso senza precedenti… o forse uno solo, quello di un certo James T. Kirk.
Terminata la parte introduttiva è la volta di avventurarci là dove nessuno è mai giunto prima.
STO è essenzialmente diviso in due parti: lo spazio e le missioni di sbarco sui pianeti. Nel primo controlleremo la nostra nave, mentre a terra avremo il nostro capitano in carne e ossa, accompagnato da uno o più ufficiali di plancia o membri dell’equipaggio.
Il movimento della nave, così come il combattimento, è piuttosto curato sotto vari aspetti. Innanzitutto ci si muove in tre dimensioni (o quasi): si può modificare l’assetto della nave, anche se non si potrà procedere a testa in giù o fare giri della morte; le armi, poi, sono ben studiate come raggio d’azione e come effetti. Gli scontri spaziali sono sicuramente appassionanti, anche se c’è qualche piccolo neo: ad esempio, quando una nave nemica esplode, bisogna attenti a non starle vicino se non vogliamo essere distrutti a nostra volta… però, inspiegabilmente, quando andiamo a sbattere contro un asteroide o una struttura, ci rimbalzeremo contro e basta… mah! Potenza dello scudo deflettore! La struttura di base però è ben fatta, ed è possibile che in un prossimo futuro i piccoli difetti vengano smussati.
Il combattimento a terra, invece, è uno dei veri talloni d’Achille di questo gioco (oltre a essere poco “trek,” ma di questo parleremo dopo). Se da un lato è buono il fatto di avere più personaggi e lasciare che sia l’intelligenza artificiale a gestirli, dall’altro gli scontri sono estremamente ripetitivi, con gruppi di nemici che vi assalgono mentre voi premete a rotazione lo sparo principale della vostra arma, aspettando che si ricarichi quello secondario più potente… tutto qui. Sì, si possono anche ripristinare la salute o gli scudi personali, ma farlo o meno non cambia molto. L’unica innovazione degna di nota è rappresentata dalla possibilità di mettere in pausa lo scenario per 45 secondi, funzione utilissima ad esempio quando squilla il telefono.
Avendo parlato del combattimento, viene spontaneo descrivere le missioni: già, perché gli scontri spaziali o a terra ne saranno il punto focale. Sebbene ogni tanto ci sia qualche piccola variazione, buona parte delle missioni consiste nell’andare in un certo settore di spazio e ripulirlo da alieni ostili, oppure scendere su un pianeta o una stazione spaziale e sventare l’ennesimo assalto dei cattivi. Anche quelle missioni che sembrano di esplorazione (tipo andare in un settore di spazio ancora non mappato e analizzarne alcuni sistemi) alla fine si rivelano della stessa tipologia. E quando si tratta di effettuare una scansione o usare un terminale, ci si avvicina, si preme il tasto F, e il gioco è fatto. Simile a molti altri MMORPG, potete pensare: sì, può darsi… ma in teoria questo dovrebbe essere un gioco di Star Trek, e un po’ di complessità in più sarebbe stata gradita. Aggiungiamo che, come descritto, il combattimento a terra si risolve premendo sempre gli stessi tasti e che i nemici hanno l’abitudine di comparire in modo troppo frequente e avremo un gioco che non è altro che un pigiatasti.
Cosa contraddistingue dunque questo Star Trek Online? Ben poco, in verità.
Per gli occhi può essere appagante, vero: vedere nebulose, fasce asteroidali, pianeti gassosi fa il suo effetto; per le orecchie pure, dato che gli effetti sonori sono ottimi e il tema principale riprende quelli delle serie (anche se nelle sequenze di battaglia ci sono cori che con Star Trek non c’entrano nulla).
Ma il difetto più grande è che Star Trek Online è in pratica una riedizione di Champions Online, un gioco di supereroi sempre della Cryptic uscito qualche mese fa. Tutto quanto in STO ricorda CO: le mappe, l’inventario, i “soldi” (anche se effettivamente questi sono resi in modo azzeccato, dato che in Star Trek il denaro non esiste). Perfino la chat è in comune con CO ed è linkata al vostro account, per cui potete chattare con i vostri compagni di gilda anche se alcuni stanno giocando a CO e altri a STO. Può darsi che a qualcuno piaccia, ma sinceramente non se ne vede l’utilità.
Champions Online può piacere o meno, ma Star Trek Online, proprio per l’importanza del marchio, meritava uno sviluppo suo, senza appoggiarsi in modo tanto massiccio a piattaforme preesistenti… o forse Cryptic vuole lanciare tutta una serie di giochi fotocopia? Speriamo proprio di no.
Quello che va riconosciuto a STO è che l’ambientazione è resa benissimo: durante tutto il corso del gioco si incontrano non solo razze e pianeti già noti, ma anche personaggi delle serie (oppure i loro discendenti); inoltre lo sviluppo della cronologia, la giustificazione del nuovo conflitto Federazione-Klingon, il modo in cui sono state gestite razze vecchie e nuove… tutto torna.
Lo “spirito,” però, è del tutto sbagliato. Il cuore della serie televisiva è sempre stato l’esplorazione, la scoperta, l’interazione. Qui abbiamo invece qualcosa del tipo: arruolati, conosci nuove forme di vita, uccidile! Non che in Star Trek i conflitti non esistano, beninteso… e nessuno pretende che in un MMORPG non ce ne siano. È una questione di dosaggio: meno scontri ma più intensi avrebbero costituito un buon compromesso fra rispetto del marchio e giocabilità. Certo, si tratta di un MMO, quindi non resta che sperare che col tempo e il feedback dei giocatori possa migliorare. Nemmeno quell’asso pigliatutto di World of Warcraft all’inizio era così rifinito… staremo a vedere.
Per concludere, questo titolo ci ha lasciato perplessi per diversi motivi, e questo può valere sia per i fan di Star Trek che per gli amanti dei MMORPG in genere. Lati positivi ce ne sono, ma rischiano fortemente di essere oscurati da quelli negativi, soprattutto perché Cryptic non ha cercato di uscire dai suoi stessi schemi. E dire che tra le formule di sottoscrizione c’è anche l’abbonamento vitalizio… ma siamo proprio sicuri che ne valga la pena?