Nonostante sia molto presente nelle librerie e, soprattutto da dopo il film de Il Signore degli Anelli di Peter Jackson, anche nelle sale cinematografiche, il fantasy è un genere che solitamente latita dal piccolo schermo. Ogni tanto però fa capolino qualche serie, come Legend of the Seeker, in italiano La Spada della Verità, di cui già vi avevamo parlato tempo fa in trasmissione.
La serie, prodotta per la Disney-ABC dal noto regista Sam Raimi (già produttore di telefilm come Hercules e Xena), è liberamente tratta dal ciclo La Spada della Verità di Terry Goodkind, che consta di ben 11 volumi, nonché di un prequel (pubblicati in Italia dalla Fanucci). E liberamente è proprio la parola chiave: per la maggior parte degli eventi, pare come se gli sceneggiatori abbiano attinto a piene mani dai libri, per poi adattarli alle loro esigenze di trama; e questo vale anche per i personaggi, anche se in misura minore.
Ma andiamo con ordine.
Richard Cypher (interpretato da Craig Horner) è una guida dei boschi che si ritrova per caso ad aiutare la classica damigella in difficoltà, inseguita da quattro temibili soldati in armatura. Ma la damigella, Kahlan Amnell (l’affascinante Bridget Regan, davvero adatta al ruolo), tanto indifesa non è: si tratta infatti di una Depositaria proveniente dalle Terre Centrali, separate dalle Terre dell’Ovest in cui vive Richard da una barriera magica impenetrabile (o quasi). Kahlan inoltre è in grado di sottomettere chiunque al suo volere con un semplice tocco. E i soldati che la inseguivano, che lei e Richard riescono a sgominare, sono stati mandati dal perfido Darken Rahl (Craig Parker… ve lo ricordate come Haldir ne Il Signore degli Anelli?), signore di D’Hara, il cui scopo è… indovinate un po’… il dominio del mondo! Cosa manca? Ah, sì: il mago, ovviamente. Ed ecco che i nostri due eroi, per riuscire a superare la Barriera e cercare di fermare Darken Rahl, si recano da Zedd (Bruce Spence), un vecchio allampanato un po’ pazzoide, che si rivela essere nientemeno che un Mago del Primo Ordine, Zeddicus Zu’l Zorander (con tre zeta come iniziali i poteri magici deve averli per forza!). Zedd nomina Richard nuovo Cercatore e gli consegna la Spada della Verità, un’arma in grado di conferirgli grandi poteri in battaglia. Assieme i tre si accingono a oltrepassare la Barriera affinché Richard possa trovare il tiranno Darken Rahl e ucciderlo, portando così a compimento un’antica profezia.
Se quanto avete letto finora vi ha lasciato perplessi, però, tranquillizzatevi. È vero, gli stereotipi abbondano, ma si tratta solo delle premesse (che peraltro differiscono dai libri, anche se non di molto). Nella realtà la serie viaggia su livelli discreti, alternando episodi scontati a puntate in cui invece troviamo delle idee buone e ben sviluppate. Mentre la trama principale verte, come abbiamo scritto, sul fermare la tirannia di Darken Rahl, non sono infrequenti delle digressioni, soprattutto visto che lo spirito estremamente generoso di Richard lo porta a cercare di aiutare tutto e tutti.
Kahlan, pur essendo più ponderata di Richard, tende a fidarsi del suo giudizio di Cercatore.
Il personaggio più interessante rimane però Zedd. Avete presente Gandalf? Ecco, scordatevelo. Zedd è tutto il contrario, o quasi: infatti è sì saggio e spesso sa prendere decisioni difficili, ma è anche umano e passionale, nonché dotato di un particolare senso dell’umorismo.
Dalla seconda stagione, poi, al terzetto si unisce un nuovo compagno di viaggio: Cara (Tabreth Betell), una Mord-Sith (Chi sono le Mord-Sith? Diciamo solo che vestono di pelle e sono specializzate nell’infliggere dolore 😉 ). Cara è un’aggiunta davvero interessante, in quanto molto diversa come ideali dagli altri personaggi, e infatti sulle prime crea qualche dissenso all’interno del gruppo. Ciò nonostante si tratta di un personaggio dalle molte sfaccettature, reso ancora più intrigante dal fatto che nel corso delle puntate dovrà imparare a convivere con sentimenti che non sapeva di poter provare.
E naturalmente ci sono anche parecchie guest star nel corso delle puntate, fra cui Jolene Blalock (la T’Pol di Enterprise), Charisma Carpenter (Cordelia in Buffy e Angel e che vedremo anche in The Expendables), John Rhys-Davies (Gimli ne Il Signore degli Anelli e il professor Arturo ne I Viaggiatori) e qualche altro volto noto.
Rispetto ai libri, vi sono casi in cui le vicende degli episodi sono completamente inventate, altri in cui viene preso uno spunto all’interno dell’intera saga e la trama si sviluppa da quello (un esempio su tutti: la sorella di Richard, Jennsen, che compare solo nel settimo volume, ma che nel telefilm è un personaggio ricorrente fin dalla prima stagione); sono poche le occasioni in cui i lettori della saga potranno ritrovarsi negli avvenimenti che vengono presentati, e questo ovviamente è un bene e un male allo stesso tempo.
Se da un lato significa che la serie può riservare sorprese anche a chi la saga l’ha già letta, molto probabilmente i fan di Goodkind si troveranno spiazzati dai numerosi cambiamenti nella storia e anche per alcuni dei personaggi secondari che mentre nei libri fanno parte dei buoni, nella serie sono cattivi e viceversa. Per non parlare della magia: negli episodi può fare tutto e il contrario di tutto (e per questo si ritrova spesso alla base delle trame), mentre nei libri è più strutturata e razionale, con regole e limiti.
Per quanto riguarda la realizzazione del telefilm stesso, sicuramente un punto a favore sono le suggestive scenografie: tutti gli esterni, infatti, sono stati girati in Nuova Zelanda che, come potete ricordare da Il Signore degli Anelli, offre dei paesaggi a dir poco spettacolari, particolarmente adatti a un’ambientazione fantasy.
Piuttosto curate sono anche le coreografie dei (numerosi) combattimenti, anche se c’è da dire che ogni volta che viene sferrato il fatidico colpo mortale, si vede lontano un miglio che è tutto quantomai finto… vabbè, passi.
Qualcosa che invece non depone a favore sono gli episodi ‘filler,’ uno a stagione, ovvero quelle puntate realizzate come collage di scene salienti e per fungere per certi versi come riassunto; per quanto questo compito lo assolvano piuttosto bene, per ricapitolare di solito bastano i riassuntini a inizio episodio, e i filler è buona norma evitarli.
C’è però da notare come le tematiche affrontate migliorino col passare del tempo, e nella seconda stagione avremo quindi episodi di gran lunga più complessi e profondi… senza disdegnare ogni tanto qualche siparietto comico per alleggerire un po’ e che male non fa.
Come parecchie serie negli ultimi tempi, anche questa ha subito una prematura cancellazione al termine della sua seconda stagione. Un vero peccato, soprattutto se si considera che di materiale da cui trarre storie ce n’è in abbondanza e che nella stessa seconda stagione vengono presentate delle profezie in cui è menzionato un nuovo avversario contro cui Richard si sarebbe dovuto scontrare in futuro (e gli affezionati della saga sanno, ovviamente, che si tratta dell’imperatore Jagang, che presumibilmente avrebbe potuto fare da villain per ben più di una stagione).
Ma i fan della serie non si sono dati per vinti, ed ecco che hanno organizzato una vera e propria campagna per riportare sugli schermi i loro beniamini: Save Our Seeker (Salvate il nostro Cercatore) finora ha raccolto 25.ooo dollari e ha il sostegno dello stesso Terry Goodkind, che già un paio di volte aveva dichiarato la propria fiducia in Sam Raimi per la trasposizione sul piccolo schermo dei suoi personaggi.
In conclusione, La Spada della Verità è una serie che, pur cadendo ogni tanto nel banale e negli stereotipi del genere, in media si mantiene su discreti livelli. È più consigliata a chi non ha mai letto i libri da cui è tratta, dato che i fan della saga potrebbero ritrovarsi spiazzati o delusi da alcuni risvolti delle trame… ma se ancora non conoscete nulla dell’universo creato da Terry Goodkind, la visione della serie potrebbe essere un’ottima occasione per accostarsi ai suoi romanzi.