Di solito, quando una recensione inizia con: “prendete un pizzico di questo vecchio film, una manciata di quest’altro e una spruzzatina di un altro ancora”, non c’è da aspettarsi niente di buono. Bene. Real Steel: prendete un pizzico di Rocky, una manciata di Io, Robot e una spruzzatina di Over the top… cosa ne esce? Un piatto che conosciamo bene, che ha il sapore giusto e che mangiamo volentieri. Oh, e non dimenticate di macinare sopra un po’ di Robot Wars che avete tanto amato in tv. Insomma, pietanza Dreamworks in salsa Disney e Spielberg come produttore esecutivo, memore della formuletta aurea dello sceneggiatore avveduto che fa tanto “american way”. Vista la locandina, a suo tempo, dissi: “che è sta fetecchia?”… e in effetti trae piuttosto in inganno, troppo testosteronica, che pare un incrocio tra Transformers e Wolverine. Invece come avete notato nella ricetta non ci sono: Real Steel è un film per famiglie che coniuga una moderata fantascienza (si parte da un racconto del grande Richard Matheson) alla classica storia di formazione e riscatto, con immancabile triangolo loser–child–outsider dove poi sta in mezzo anche l’ovvia conquista dell’amata.
Charlie (Hugh Jackman) è un pugile perdente e ormai vecchio che si ritrova sul groppone il figlioletto Max (Dakota Goyo): insieme troveranno il robot “incassatore” Atom e partiranno alla conquista dello sport più diffuso e amato del momento, la boxe tra macchine, mentre il babbo cerca di fare lo stesso (la conquista, non la boxe!) con la bella Beiley (Evangeline Lilly, mica scemo il ragazzo).
Come sempre non voglio rivelarvi troppo ma darvi un’idea di quello che vi aspetta in sala. Dalle premesse, così come le ho scritte, sembra che ci sia ben poco da ridere. E invece, sarà la patina narrativa coscientemente retrò, sarà la regia comunque calibratissima e senza sbavature di Shawn Levy (quello di Una notte al museo 1 e 2, non uno come Proyas, ecco), sarà che i cattivi sono cattivissimi e i buoni buonissimi e sfigati, sarà quel che sarà, ma Real Steel colpisce. Certo, è un blockbusterone per bambini e ragazzi secondo manuale, ma, come anticipavo in apertura, la ricetta sembra davvero cucinata a dovere e fa il suo dovere ben oltre le aspettative. Davvero per tutti, e anche gli “insospettabili” potrebbero divertirsi. Per quanto mi riguarda, sono stato piacevolmente sorpreso, e mi piace molto quando succede.