“He’s Dredd, Jim”.
Ok, dopo la battuta/citazione idiota che ha perfettamente senso, in quanto il nuovo Dredd è nientedimeno che (rullo di phaser) Karl Urban aka McCoy nello Star Trek jjabramsiano, veniamo al dunque.
Aveva senso riportare sullo schermo il fumetto culto inglese nato sulle pagine di 2000 AD dopo la versione con Sylvester Stallone del 1995? Sì, assolutamente sì, in quanto in quel film Dredd era al 20% Dredd e all’80% Sly.
Questo film rimedia ai difetti del film precedente? In parte.
E’ divertente? Sì.
Poteva essere realizzato meglio? Indubbiamente.
Ha avuto successo? No. Anzi, è stato un discreto floppone con 35 milioni di dollari worldwide a fronte di un budget di 45.
Merita il fallimento? Assolutamente no, dato che è meglio di tre quarti degli action che girano là fuori.
Dunque: Joseph Dredd, il Giudice più cazzuto di Mega City (la classica città del futuro post-atomico, sovrappopolata, con più criminali che cittadini e superpoliziotti che ti arrestano e giudicano sul posto – spesso di morte) si ritrova a far da balia ad una recluta, la classica biondina di 21 anni con poteri psichici.
Il loro primo giorno insieme sarà un inferno stile Die Hard: bloccati in un mega palazzo controllato da una gang di produttori e spacciatori di una nuova e letale droga, la slo-mo (indovinate che effetto fa?).
Capo della gang? Ma una ex-prostituta sfregiata cattiva come il Male, infatti è interpretata dalla bitch per eccellenza delle serie tv cult, Lena Headey alias Cersei Lannister.
Dunque: centinaia di cattivoni armati fino ai denti che vogliono il sangue di due Giudici costretti a fare i topi in una struttura di 200 piani… sounds good! E infatti il film se la gioca bene, diretto ottimamente da Pete Travis (Prospettive di un delitto, Endgame) e scritto in maniera abbastanza ispirata e solida a Alex Garland (28 giorni dopo, Sunshine). Niente di troppo nuovo o eccezionale sotto il sole, intendiamoci, ma una pellicola condotta senza fronzoli, con polso nelle scene d’azione e con un po’ di sana cattiveria quando serve. Dredd, inoltre, finalmente non si toglie mai il casco, come nei fumetti. Urban ce la mette tutta per essere credibile, e nonostante il fisico non possa competere con la presenza scenica che fu di Stallone (in effetti i primi 15 minuti della pellicola del ’95 sono veramente da sturbo, poi Sly si toglie il casco…), diciamo che la missione è compiuta. Un dispiacere non poter vedere un eventuale secondo capitolo, e temo che in Italia manco lo avremo in home-video (però sarebbe davvero un delitto, speriamo in qualche anima pia).