Facebook, avatar-cartoon e polemiche

di Thomas Baudone


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Nella Settimana dal 15 al 20 Novembre su Facebook si è svolta una simpatica iniziativa che vedeva nuovamente protagonisti gli eroi dei cartoni animati della nostra infanzia.
Come recitava il messaggio, postato di bacheca in bacheca, in quello che ormai è diventato il passaparola ufficiale del Web 2.0, in occasione della Settimana dei diritti dell’infanzia, gli iscritti al Social Network erano invitati a sostituire la foto nel loro profilo con l’immagine di un cartone animato che aveva segnato il proprio immaginario di bambino.
Un successone virale,  a cui hanno aderito un numero impressionante di persone, una sorta di flash mob virtuale che ha visto un costante ed esponenziale sviluppo, fino a centrare il bersaglio che si era preposto e rendere le bacheche di migliaia di persone un tripudio di disegni animati.



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Lodevole, anche se forse poco utile, iniziativa che ha avuto il pregio di strappare un nostalgico sorriso sincero a tutti coloro che hanno partecipato e, perché no, anche a quelli che non hanno partecipato, oltre - ovviamente - all’essere riuscita a pubblicizzare l’evento principe, cioè quei diritti dell’infanzia di cui sopra.

Come spesso capita in cose che coinvolgono un gran numero di persone e che si espandono viralmente, non sono mancate le polemiche, dalle più sterili che lamentavano un’idiozia di base del fenomeno a quelle più pesanti e assurde che volevano questa iniziativa come un losco e bieco complotto di pedofili per cui, a dire di certi, avrebbero utilizzato gli avatar modificati per agganciare poveri bimbi indifesi.

Sembra una cosa assurda e folle, qualcuno si starà domandando se ciò che scrivo non è una bella esagerazione buttata “ad hoc“, eppure posso assicurarvi che così non è.
Il primo contatto con certe assurdità è avvenuto, per chi scrive, Sabato pomeriggio quando Serena Billeri, conosciuta nella zona toscana per la sua attività politica ma anche come eccellente professionista nel campo della sociologia infantile, posta sul suo stato FB un messaggio che richiama alla ragione un po’ tutte queste persone che “vedono del marcio in Danimarca” e li invita a una sorta di  pragmatico e logico ragionamento.
Come è ovvio prende il plauso di molti, compreso il mio, tuttavia a quel punto mi viene la voglia di approfondire questo argomento e andare a scovare i vari detrattori e capire, dove ve ne siano, le loro ragioni.
Una veloce ricerca sul sempre utile Google ed ecco che posso dissetarmi alla “fonte di un sapere superiore” ed essere illuminato da una “verità assoluta e ineluttabile”.



pollon

Per chi non l’avesse capito le ultime frasi scritte sono permeate da una certa ironia e anche da una giusta dose di polemica.
Io spesso scuoto il capo a determinate cose che si vedono su Facebook, non manco mai di lamentarmi su coloro che spammano la bacheca con assurdità non condivise nella forma e nel contenuto: cose come il fiocco rosa da postare in un simbolico gesto per aiutare la lotta contro il cancro, le reputo inutili e stupidamente moraliste, fare una donazione alla AIRC è qualcosa di utile, il resto è fuffa per persone che vogliono apparire sensibili.
Ancora i vari colori del reggiseno o il “Mi piace farlo all’idroscalo di Milano quando passa lo spazzino” (oops… volevo dire l’operatore ecologico, perdonate la mia scorrettezza politica), li trovo noiosi, soprattutto se questi giochi sono protratti per millemila giorni.

Non mi capita spesso di condividere una moda, non da quando esiste il Web 2.0, che ha massificato internet anche a chi internet (e l’informatica in generale) non la capisce minimamente, questa iniziativa dei “Cartoni Animati” però mi è piaciuta, l’ho trovato un modo simpatico per manifestare e pubblicizzare un’iniziativa senza scadere nel qualunquismo morale.

Capirete bene che nel momento in cui ho letto che l’iniziativa era, cito testualmente, uno schermo inconsapevole ai pedofili che vogliono irretire bimbi con gli avatar dei cartoni, o ancora, che la cosa "puzzava" a partire dall'assoluta incongruenza tra il mezzo (giocare con un'identificazione psicologica, azione ludica più che legittima e piacevole) e il fine (convogliare l'attenzione sulle violenze subite dai bambini), mi sono cadute - proverbialmente - le braccia.

A peggiorare la cosa poi sono le fonti da cui certe opinioni scaturiscono, non solo fondamentalisti religiosi e pseudo-maniaci, ma anche stimati professionisti che, nel loro campo, conseguono ottimi risultati.

Sfatiamo un poco questo fatto e cominciamo col dire che “Settimana 

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per i diritti dell’infanzia” non significa “commemorazione del dolore e dell’abuso subito dai bambini”, come Billeri - madre di una splendida bambina - fa giustamente notare, sfatiamo il fatto che ci siano pedofili dietro a ogni URL, diciamo anche che - forse - con l’avvento del Web questi schifosi criminali (che non sono nati con internet) sono stati resi più rintracciabili, e diciamo forte e chiaro che è l’ora di finirla di puntare il dito contro tutti e tutto per il gusto di farsi pubblicità o per la voglia di essere alternativi a tutti i costi.

Voglio tornare a ripetermi dicendo che questa è stata un’iniziativa davvero simpatica, che è riuscita a coinvolgere un numero impressionante di persone e - proprio per questo - ha reso noto a quelle stesse persone che esiste una giornata per i diritti dell’infanzia.
Anche Mondo Nerd ha partecipato a questa iniziativa, credo di interpretare il pensiero di tutti quando dico che ci siamo divertiti a scambiarci commenti sugli eroi che ci hanno, in un modo o nell’altro, segnato e che ci hanno accompagnato per molti anni, quando ancora non ci accompagnano oggi.
Cercare un sordido motivo in tutto questo pone le persone che lo fanno in una prospettiva assurda e - opinione strettamente personale - poco intelligente.

Internet è ormai uno strumento presente in tutte le case, purtroppo - ed è cosa evidente - questa presenza non è accompagnata da una giusta consapevolezza, la maggior parte degli utenti utilizza il web “a braccio”, senza mai occuparsi di ciò che potrebbe essere vero o semplice esagerazione, quando non vera e propria bufala.
Sarebbe un grande e civile passo se tutti iniziassero a farsi un bell’esame di coscienza e - magari - pensassero dieci minuti a quello che si va a postare e a cosa si punta il dito contro.