In questo periodo della mia vita, la mia esistenza è scandita quasi letteralmente dai racconti e dalle fiabe; fiabe che parlano direttamente ai bambini e strizzano l’occhio all’Adulto di riferimento.
Trovarmi a leggere “Sharaz-De” di Sergio Toppi, proprio adesso che lavoro come maestra d’asilo è stato quasi profetico: anche a casa ho potuto ritrovare una dimensione che riproducesse il rito magico della “lettura della fiaba” con un lessico e l’universo immaginifico destinati a un adulto.
Immergersi nelle atmosfere africane dei suoi disegni è stato il passo necessario per visualizzare al meglio un racconto che già conoscevo e di comprenderne più a fondo le tematiche attraverso
la sua rielaborazione artistica.
Trovo impossibile commentare l’arte di Sergio Toppi: qualsiasi parola
io cerchi di usare risulterebbe vacua, spogliata di qualsiasi significato.
La visione africanizzata e tribale che Toppi ha avuto delle suggestioni arabeggianti delle Mille e una Notte è stato un modo per riportarle agli elementi, alla radice, alla dimensione terrestre.
Le storie di Sharazade non appartengono più al popolo arabo, ma
alla Storia di tutte le storie: quella Umana.
A rendere prezioso questo volume è il formato scelto da NPE per celebrare il lavoro del fumettista
milanese; un’edizione grande, cartonata, adatta alla ricchezza dei contenuti.