Hicksville

di Thomas Baudone

Lo ammetto già in apertura, per comprare questa Graphic Novel occorre un grossissimo atto di fiducia, se non siete credenti del Dio del fumetto (e non mi riferisco a Thor, tanto per essere chiari), lasciate perdere, procedete alla ricerca di altro, da qui non potete passare (cit.).
Dylan Horrocks, l’autore di questo romanzo che lo ha reso famoso, non è proprio un maestro del disegno, un tratto scarno, quasi infantile, permea ogni vignetta e sfogliando il tomo potrebbe venirvi in mente di preferire qualcosa di più sgargiante, fresco e dinamico. Non potreste fare errore più grande (posta abbiate davvero fede), perché questa è una storia a fumetti, sui fumetti, scritta per amore del fumetto, in quello che diventa un gioco di scatole cinesi, una meta-narrazione vecchio stile che, non a caso, ricorda per dinamiche e tecniche Die unendliche Geschichte (La storia infinita) di Michael Ende
Hicksville è un remoto paesino situato nella Nuova Zelanda dove gli abitanti sono tutti gentili e appassionati di fumetti. Leonard Batts è un giornalista (brutta razza direte voi) e vuole scrivere un articolo su Dick Burger, superstar del fumetto mondiale originaria proprio di questa cittadina. Presto il nostro protagonista si accorgerà che un oscuro segreto è nascosto nel passato del disegnatore e, curioso come un giornalista (pardon, come una scimmia), si lancerà in una ricerca spesso ostacolata dall’omertà degli abitanti, arrivando a scoprire un’enorme biblioteca allocata in un faro e contenente tra le altre cose anche romanzi a fumetti di Picasso, Dalì, Hemingway e tanti altri famosissimi autori che avrebbero potuto cambiare la storia di un linguaggio spesso troppe volte considerato esclusivamente per bambini.
Un romanzo delicato e nostalgico, scritto divinamente e con una sensibilità data proprio dall’amore per il medium stesso, una storia sui possibili pericoli dell’arte e – perché no? – sul mondo che la circonda (imprigiona?).
Procedendo nella lettura anche il disegno stentato di cui parlavo in apertura comincia a entrarvi dentro, a una seconda lettura vi accorgerete che in quel tratto “brutto e fin troppo pulito” v’è nascosta una profondità folgorante. Immagini e storia si compenetrano, così come dovrebbe sempre essere, fino a creare la perfetta alchimia di una storia che nessuno dovrebbe perdersi. 
Hicksville non è una novel nuova, fu pubblicata originariamente nel 1998 con una impaginazione tanto pessima da far sembrare i Trade Paperback della Play Press delle fini edizioni curate da un rilegatore fiorentino del ‘500, l’edizione nuova (Absolute) è curata invece dalla Blackvelvet Editrice che ci ha ormai abituato a prodotti di alta qualità, sia per le storie che per la cura delle edizioni (Cerebus su tutti). A impreziosire questa ristampa poi troviamo anche un’introduzione dell’autore che ci racconta come è nata la sua grande passione per il fumetto, la genesi di Hicksville e tante altre curiosità interessanti.
Hicksville richiede un grosso atto di fede per venire comprato, se l’avete bene, se non la possedete, ebbene dovreste trovarla perché questo è un fumetto imprescindibile.