Avvertenza: astenersi professori di arte, intellettuali, amanti di Quark e appassionati dell’accuratezza delle ricostruzioni storiche. Potrebbero morire di crepacuore.
Ci siete, voi del resto del mondo? Bene dividetevi in due gruppi! Da una parte i fan di Mad Men, Criminal Minds, Ken Follett e dall’altra quelli di Spartacus, Il Trono di Spade, Dan Brown. Indovinate quale gruppo apprezzerà meglio Da Vinci’s Demons? (Da ora in avanti DVD) Il creatore David S. Goyer, fumettomane, co-sceneggiatore della saga del Batman di Nolan e uomo dietro la saga di Blade al cinema, è uno che come biglietto da visita presenta grande mestiere, capacità di intrattenere e di creare spettacolo.
Il pilot ci mostra una serie capace fin da subito di spaccare in due i giudizi, ma non per questo incapace di ottenere un ottimo rating e ascolti lusinghieri in una collocazione tradizionalmente rischiosa come quella del venerdì sera USA.
D’altra parte, per un pubblico generalista e straniero, abituato alle spettacolarizzazioni hollywoodiane, questa serie potrebbe risultare divertente e di grande presa. Nell’era di Assassin’s Creed, è più che giusto pensare che anche giovani e giovanissimi siano pronti a immedesimarsi nelle torbide vicende dell’Italia quattrocentesca, e di un protagonista geniale che riassume le caratteristiche ‘generiche’ del figo: artista, intelligente, creativo, sbruffone, combattivo, seduttore… Niente di nuovo sotto il sole, se non fosse – appunto – calato in un contesto che noi italiani conosciamo più o meno bene dai tempi della scuola. Che tra l’altro ci ha dato di Leonardo un’altra immagine… Detto ciò, buttate a mare preconcetti e critiche filologiche: come mi piace dire spesso, la fiction (e Goyer esplicitamente parla di fantasy storico) non deve rispondere a nessuno, soprattutto alla verità dei fatti, se non esplicitamente specificato negli intenti.
Per cui, un giro sulle montagne russe di una serie che naviga tra I Borgia e Sherlock possiamo anche farlo. A questo punto la domanda è: sospendere l’incredulità e affrontare la visione vale la pena?
Al momento la risposta non può che essere salomonica: sì e no. Temo che questo potrebbe diventare un tormentone, se DVD non cambia rotta in qualche modo. Lasciamo perdere tutto il discorso dell’accuratezza storica (ma quale strombazzato 85% di fatti documentati!) , perché ci sono un quadretto generale e qualche nome, per il resto si tradisce e si scazza alla grande e, per capirci, a me non disturba affatto. Quando si fa intrattenimento bisogna osare e superare i confini, per cui ben vengano compromessi e le esagerazioni, le infedeltà e le invenzioni. Quello che lascia un po’ interdetti è il buttarsi a testa bassissima, come un treno, in sottotrame esoteriche e strampalate prima ancora di aver tratteggiato un contesto credibile in cui far agire i personaggi. Tecnicamente, la computer grafica che dovrebbe farci credere che siamo a Firenze è piuttosto scandalosa (roba da primi anni 2000), ma su questo si può anche chiudere un occhio. Le location reali del Galles sono abbastanza azzeccate e ben utilizzate, però… sarà il budget, ma questa città sembra poco viva, oltre al fatto che non ci vengono forniti molti elementi per sentirla ‘pulsare’.
Capitolo cast: Tom Riley è un protagonista decente, abbastanza credibile e non eccessivo nella recitazione (d’altronde è di scuola inglese). Vedremo se saprà reggere il peso dell’incontrastato re della serie. Le ragazze, Laura Haddock e Lara Pulver, sono belle e bravine, disposte naturalmente anche al lavoro sporco (= tette, peraltro graziosamente piccole) Il resto del cast si vede ancora troppo poco per essere giudicato, anche se generalmente le facce sono giuste (come non ridere alle espressioni del giovane Nico!). Qualcuno però dovrebbe spiegarmi perché hanno scelto un wrestler per impersonare Lorenzo De’Medici… (no, Elliott Cowan non lo è per davvero, ma ditemi voi!)
Nel primo episodio, a livello di trama, la carne buttata sul fuoco è tanta, pure troppa, col rischio di far sembrare tutto affrettato e fuori fuoco; in questo senso la regia convulsa con montaggio a tratti ipercinetico e/o lisergico non aiuta molto. Tutte le cose sono però fondamentalmente al loro posto, la sceneggiatura è ben articolata nella ‘presentazione’ dell’eroe e in un primo tratteggio dei cattivi, come tradizione americana vuole.
Nel complesso comunque questo primo episodio regge ed è un ‘capitolo’ iniziale (di 8) accettabile: ma le prossime puntate dovranno mettere qualcosa di più, anche narrativamente e tecnicamente, in campo, se la serie vuole sopravvivere al sempre più esigente e smaliziato pubblico tv. Anche se i produttori hanno già rinnovato per una seconda stagione…