(vedere Keira Knightley incinta sul red carpet mi stranisce… sì, insomma, ecco.)
Prima di commentare la serata vera e propria qualche flash dal red carpet: prima cosa orrenda – ma in linea con se stesso – Will.I.Am vestito da carcerato col berretto da capostazione.
Dite quello che vi pare, ma Marion Cotillard è stupenda. Non c’è paragone tra lei (quasi 40 anni) e quella sciapa di Dakota Johnson (Cinquanta Sfumature di Grigio) accompagnata da mammà Melanie Griffith strafatta di botox 🙂
La grande bellezza si chiama Margot Robbie… vai futura Harley Quinn!
Tra gli uomini, spacca tutto in quanto a stile Eddie Redmayne. Poi segue a ruota il mitico Neil Patrick Harris.
Eeeee si inizia subito con la canzoncine! “Moving pictures…” Neil con Anna Kendrick e il disturbatore Jack Black.
Come largamente previsto (e prevedibile) J.K. Simmons si porta a casa la statuetta – meritatissima – come Miglior Attore Non Protagonista per Whiplash. Bravo! E nello speech ringrazia i genitori e raccomanda… di chiamarli al telefono ogni tanto!
Grand Budapest Hotel si porta a casa due statuette: costumi (la nostra Milena Canonero, splendida signora da 4 Oscar!) e per trucco & parrucco.
Ida è il miglior film straniero (meritato, anche le Leviathan e Storie Pazzesche non erano affatto male, recuperateli!)
Miglior sonoro: Whiplash!
Miglior montaggio del suono: American Sniper (!!!)
E come migliore Attrice Non Protagonista, la fragile e combattiva Patricia Arquette per Boyhood. Altro premio telefonatissimo ma di sicuro meritato! Nel suo speech il girl power che reclama stipendi alla pari in America per donne e uomini, qualunque sia l’occupazione (mica solo a Hollywood)
Migliori effetti visivi: Interstellar, e anche qui c’è poco da discutere.
Doppietta Disney nell’animazione (ma va?)… Feast – bellissimo – vince come Miglior Cortometraggio animato, mentre come Film d’Animazione si impone Big Hero 6, probabilmente il migliore del lotto delle nominations.
Premio per le Scenografie a Grand Budapest Hotel. Siamo a tre per il film di Wes Anderson.
Come direttore della fotografia fa il bis, dopo lo scorso anno con Gravity, l’immenso Emmanuel Lubezki per il gran lavoro di illuminazione dei pianisequenza di Birdman.
Quanto ai documentari, vince Citizenfour sulla vicenda di Edward Snowden vs. NSA. Giusto, ma Wim Wenders grida un po’ vendetta…
Per il montaggio si prende la statuetta – con merito – Whiplash. Terzo premio!
Miglior canzone: “Glory”, da Selma. Grande pezzo, niente da discutere. Però uff, “E’ meraviglioso” di LEGO Movie…
Migliore colonna sonora: Alexandre Desplat per Grand Budapest Hotel!
Birdman apre le danze (forse?) con la statuetta per la Miglior Sceneggiatura originale.
Arriva il (primo?) momento di The Imitation Game, con il premio alla Miglior Sceneggiatura non originale consegnata a Graham Moore. Bellissimo il suo discorso, addirittura toccante, peccato che lo script sia tutt’altro che geniale, anzi è limitante e normalizzante della figura di Alan Turing.
Il miglior regista è Alejandro González Iñárritu per Birdman. E qui, come criticare? Peccato per Linklater, però.
Miglior attore: Eddie Redmayne “brucia” Benedict Cumberbatch e vince per La Teoria del Tutto.
Miglior attrice: Julianne Moore per Still Alice vince l’ambita statuetta, con merito.
Infine, miglior film a Birdman! Hollywood premia il film di Iñárritu e il suo intelligente panegirico sul cinema, l’arte e l’ego.