Come hai deciso, a trent’anni di distanza dal primo film, di vestire di nuovo i panni del Terminator?
«Ai tempi di Terminator Salvation ero governatore della California, quindi, per legge, non potevo partecipare al film. E comunque non avevo neppure ricevuto lo script. Quando si è presentata di nuovo l’opportunità ho pensato: “Finalmente ne facciamo un altro e io partecipo!” Ero felicissimo dell’idea, anche se c’è voluto più tempo di quanto pensassi: sapevo di questo progetto in pratica dal giorno in cui ho lasciato la carica di governatore (era il 2011, ndr), e sono diventato sempre più entusiasta man mano che scoprivo chi lo stava producendo, chi lo avrebbe scritto e infine chi lo avrebbe diretto (Alan Taylor, quello di Thor: The Dark World, ndr)».
Sei fiero di incarnare ancora questa figura storica per il cinema fantastico?
«Assolutamente. Non ricordo un attore che sia stato coinvolto nello stesso franchise per così tanto tempo. Non credo sia successo con James Bond o Batman, e di sicuro non con Superman».