Intervista a Emiliano Tanzillo, nuova “matita” di Dylan Dog

Da quando Roberto Recchioni è arrivato al timone di Dylan Dog, non gli si può certo rimproverare una mancanza di coraggio. Di certo, con lui, alla Sergio Bonelli Editore si sono viste molte facce nuove… anzi, matite. Autori giovani che si sono affiancati ai mostri sacri della storica testata.

Una delle ultime “nuove leve” ai disegni si chiama Emiliano Tanzillo, classe 1984 (Roma) e ha illustrato l’albo 354 di Dylan Dog, quello attualmente in edicola: “Miseria e Crudeltà“.

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Ecco la nostra intervista: andiamo a conoscerlo meglio!

Presentati ai lettori, qual è il tuo percorso artistico?
Ciao a tutti!
Ho iniziato il mio percorso alla Scuola Romana dei Fumetti, dove adesso insegno ormai da sei anni. Lavoro con il disegno da quando di anni ne ho 24, ho iniziato come illustratore per Newton Compton, Eli , La Spiga e Oxford University Press, per poi proseguire la mia esperienza nel ruolo di Concept Artist, per il film Bar Sport (Aurora Film), Good Hero e Mekamask (con Italian Job), e in quello di colorista (Glenat, Sergio Bonelli e Delcourt).
Ho realizzato il mio sogno di disegnare fumetti con “Abissinia!”, scritto da Claudio Nizzi, per la collana “Le Storie” della Sergio Bonelli e infine con “Dylan Dog – 354 – Miseria e Crudeltà”, scritto da Gigi Simeoni.

Attualmente sono a lavoro su un altro albo della serie regolare di Dylan, sceneggiato da Barbara Baraldi

Sto realizzando due nuovi libri per Oxford University Press, i colori sul nuovo lavoro per il mercato francese di Eugenio Sicomoro, e poi c’è un “e poi” abbastanza enorme, ma è ancora presto per parlarne, ad oggi posso dire solo che saranno delle copertine.

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 Sei un lettore di Dylan Dog? Conoscevi già il personaggio?
Sono coetaneo del personaggio: da quel che so, Dylan è stato inventato da Tiziano Sclavi proprio nel 1984, per poi arrivare nelle edicole nel 1986.
Io nelle edicole, a comprare Dylan, ci sono arrivato all’età di otto anni, da quel momento con cadenza mensile.

Qual è il primo numero che hai comprato di DD e quale il tuo preferito?
Il primo è stato “Il cervello di Killex“, scritto da Sclavi e disegnato da Casertano. Avevo circa otto anni, ero in ospedale per un’operazione d’ernia (già ai tempi avevo il fisico da fumettista…), in un reparto per adulti, mi ricordo ancora la strizza nel leggerlo mentre il signore nel letto a fianco al mio russava pesantemente.

La mia storia preferita è “Il lungo addio”

La mia storia preferita è “Il Lungo Addio“, soggetto di Mauro Marcheselli, sceneggiato da Sclavi e disegnato da Carlo Ambrosini, di cui recentemente è uscito il bellissimo remake della coppia Barbato/Di Giandomenico!

Qual è stato in assoluto il primo fumetto che hai acquistato e di cui ti sei innamorato?
L’imprinting è stato Batman.
Ero piccolo, non ricordo quanti anni avessi, disegnavo Batman con gli occhi sopra le corna, quindi credo/spero molto molto piccolo.
Ricordo ancora quando, osservando i disegni appiccicati con lo scotch sull’armadio della mia cameretta, ho realizzato che gli occhi erano dentro la faccia e non sopra le corna, è stato un grande salto qualitativo.

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Come e quando hai deciso di essere fumettista?
Ti direi… da quando disegnavo Batman con gli occhi sopra le corna!

Chi sono, rispettivamente, il tuo sceneggiatore e il tuo disegnatore preferito di DD? (Quindi, indirettamente a chi ti sei ispirato)
Difficile/impossibile sceglierne uno, per cui rispondo simbolicamente Sclavi/Stano.

Quali sono i tuoi miti nel mondo dei disegnatori?
In ordine casuale e per motivi diversi Carlos Nine, Jordi Bernet, Alex Raymond, Miguelanxo Prado, Frederik Peeters, Dino Battaglia, Robert Valley, Otomo, Jamie Hewlett, Carnevale, Blain, Urasawa, Larcenett, Winshluss, Zaffino, Toppi, Nob, Breccia, Mazan, De Luca, Pintér, Rockwell, Palmisciano, Fior, Gibrat, Gipi….
E poi i disegnatori della Scuola Romana dei Fumetti, che mi hanno formato, Rotundo, Sicomoro, Soldi, Caselli, Di Vincenzo, Mastantuono, Caracuzzo, Morales… E mi fermo qua ma ce ne sono molti altri.

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Cosa dobbiamo aspettarci da questo albo di Dylan Dog, il 354?
Dylan Dog – Miseria e Crudeltà ha atmosfera, thrilling e… critica sociale!

Com’è lavorare con Recchioni e lo staff della Bonelli?
E’ un onore lavorare con loro, su un personaggio come Dylan Dog, che dire, sono davvero felice.
Se avessero raccontato al me di 8 anni tutto ciò, non so se ci avrebbe mai creduto (attendo la DeLorean per sapere la risposta).

Se avessero raccontato al me di 8 anni dove sono adesso, non so se ci avrebbe mai creduto

Che cosa consigli ai giovani fumettisti emergenti, dato che sei arrivato ad un punto importante della tua carriera?
Se avete avuto la fortuna di capire cosa vi piacerebbe fare nella vita, fatelo, provateci veramente, anche a costo di operarvi d’ernia a otto anni con il signore che russa accanto 🙂