Hugh Jackman parla di Humandroid e risponde a Iñárritu sui cinecomics

jackman-chappie Estratti dall’intervista di Lorenzo Ormando su Best Movie a Hugh Jackman, che parla di cose interessanti su Humandroid (Chappie) di Neill Blomkamp e risponde al regista di Birdman sulla qualità dei cinecomics.

Quanto sapevi del tema prima di unirti al cast?

«Non molto. Ne ho parlato a lungo con Neill, che è invece un esperto. La sua storia indaga a fondo su cosa sia la coscienza e in cosa consista la nostra umanità. Mi sembra che il film ponga alcune domande importanti rispetto alle nostre origini. Più che una seria discussione sulla rilevanza dell’intelligenza artificiale, questa è una favola che parla di noi».

Chappie è come un bambino plasmato dal mondo che lo circonda. Cosa significa, come genitore, sapere che le cose che insegni ai tuoi figli li influenzeranno per sempre?

«È terrificante. Io ho avuto dei genitori fantastici e mio padre in particolare è stato una vera roccia per me, nonché una grande fonte d’ispirazione. È sempre stato un uomo relativamente calmo, che non ci ha fatti stare seduti per lunghe ore a parlare del significato della vita, ma ci ha insegnato quello che sappiamo mostrandoci il mondo. I bambini apprendono molto dall’ambiente familiare e scolastico, ma soprattutto ritengo che imparino dagli esempi concreti, piuttosto che dalle parole. Come padre preferisco un approccio pratico, rispetto ai grandi discorsi o alle liste di regole».

Lo scorso ottobre Alejandro Gonzalez Iñárritu ha accusato i cinecomic di essere pellicole che non dicono nulla e che rappresentano un veleno, un genocidio culturale. 

«È la sua opinione e la rispetto. Hollywood cerca di fare film di successo e non penso che ci sia nulla di diverso da quando erano in voga i western o i musical. Si tratta di cicli che si ripetono. Si cerca di fare un cinema di qualità che porti anche soldi ed è un equilibrio difficile da raggiungere. Forse oggi abbiamo troppe storie di supereroi? Questa sarebbe una discussione interessante. Ma pensiamo a ciò che hanno fatto Bryan Singer e Christopher Nolan: le loro opere appartengono a un genere, sì, ma questo non le rende vuote né brutte».

Best Movie di aprile 2015 è in edicola dal 25 marzo.