I vivi, i morti e gli altri: gli zombie che mordono davvero

i-vivi-i-morti-e-gli-altri-vergnani-gargoyle-280x396 Claudio Vergnani, classe 1961, modenese. Scrittore e giornalista, collabora con diverse riviste e magazine di settore e ha pubblicato per la Gargoyle Books una trilogia sui vampiri che oh dai, levati.
Io odio Claudio Vergnani. Sul serio, non lo sopporto: invidio la sua capacità di scrivere e di “come scrivere”, non sopporto il fatto che ogni volta che pubblica un romanzo – fosse anche su I Mio Mini Pony – io mi senta obbligato a correre in libreria a minacciare il povero commesso affinché mi procuri una dose di quella droga che va spacciando da qualche anno a questa parte l’autore in questione.
Lo odio sul serio, non portatemelo davanti, perché – dopo avergli offerto tutta la birra possibile – proverei ad ucciderlo.
Lo detesto perché ha evitato di sputare su certa robaccia da bimbiminkia che vede vampirla briluccicare alla luce del giorno e ha detto la sua pubblicando una trilogia, quella de Il 18° Vampiro, Il 36° Giusto e L’ora più buia, che ha spiegato ai debosciati fans di Edward Cullen la parola “Horror”.

vergnani Lo odio, lo detesto e lo invidio ancora di più ora, perché dopo avermi fatto venire il magone con il finale della saga di Claudio & Vergy, non pago del genuino momento emozione che mi ha costretto a vivere, eccolo che se ne esce fuori – così, alla vigliacca – con un romanzo sugli zombie.
Perché Claudio Vergnani io lo considero un partigiano, un vero combattente della libertà, o tutte quelle altre cose lì che arrapano voialtri lettori nerd arrapati dalla qualunque.
La Meyer scrive delle tremende ricchionate sui vampiri? Vergnani vi risponde con tre romanzi che, oltre a ridare dignità alla figura della sanguisuga epica, sono un pugno nello stomaco per chiunque abbia un minimo di sensibilità.
Ora sono gli zombie sotto la luce della ribalta? Claudio Vergnani dice no agli zombie cool, visagisti, usciti dalla tomba e andati da Diego Della Palma, solo per rimediare un limonare duro con la Bella Swan della situazione e ci propone un romanzo crudo, di pancia, che colpisce agli zebedei eppure ti fa sorridere comunque.

Sto parlando de I vivi, i morti e gli altri, ultima fatica – appunto – del già citato Claudio. Un romanzo di zombie, ma anche un romanzo sociale e di formazione: qualcosa che ti fa riflettere mentre ti concedi anche una risata amara.
Ho già detto che odio Claudio? Sì? Ebbene lo odio ancora di più dopo questo romanzo, perché a questo punto della sua carriera per lui sarebbe stato facile utilizzare la formula consolidata con la precedente trilogia, ma lui ha detto “No!”, che si crede forse l’Uomo del Monte lui, e io lo odio, per questo suo essere maledettamente genio e infinitamente onesto come scrittore.
Gargoyle-logo Claudio Vergnani – in questo romanzo – ci presenta degli zombie forse atipici, ma non per questo meno spaventosi. I vivi, i morti e gli altri è debitore ad ambientazioni quali Sine Requie e Io sono leggenda, con morti viventi di diversa tipologia (ci sono i Freschi, risvegliati da poco, veloci e letali, gli Erranti, gli Accaniti, che bussano alla porta della vittima fino allo sfinimento, gli Straccioni, che miseri e statici, rimangono sul luogo del “risveglio” fino a completa decomposizione) quanto la precedente trilogia – almeno nell’iterazione tra i personaggi di Claudio e Vergy – è debitrice al ciclo di Hap & Leonard di Lansdale. Debitore ma senza esagerazioni, va detto, perché l’autore sviluppa una storia che forse in qualche punto omaggia il genere, ma non subisce mai una sudditanza e non sembra mai “qualcosa di già letto”.
La storia di Oprandi, ex soldato di mezza età che cerca di sbarcare il lunario come può durante un’apocalisse zombie, e si ritrova ad accettare il compito di recuperare un cadavere per la facoltosa signora Ursini, per riportarlo in Svizzera (unica zona franca dalla piaga dei morti che camminano) è originale e unica. Questo è un romanzo che regala momenti di divertimento e altrettanti momenti di riflessione; è una storia che emoziona e coinvolge fino al punto che, una volta finito di leggere, si ha l’impressione di aver perso un amico, di aver concluso qualcosa e di potersi solo abbandonare alla nostalgia.
Ormai lo avete capito: io odio Claudio Vergnani per come riesce a scrivere, ma odierò più voi se non vi concederete il piacere di leggere questo fantastico romanzo edito dalla Gargoyle Books.