Dylan Dog 347, Gli Abbandonati – Recensione

L’albo di questo mese di Dylan Dog è decisamente vincente.

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Partiamo dall’inizio, o meglio, dalla copertina firmata da Stano: come nel caso di “Nel fumo della battaglia” anche questo mese è di grande impatto. Al contrario del numero 343, sono i colori a dominare la scena; il rosso e il bianco sullo sfondo mi ricordano i vecchi manifesti cinematografici.

Roberto Recchioni, improvvisatosi steward, trasforma il suo editoriale in un annuncio di inizio volo e presenta l’albo in maniera molto divertente; piccola chicca finale: il biglietto aereo in fondo alla pagina. Destinazione? L’inferno.

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Ma veniamo alla storia.
“Gli Abbandonati” è un mix di ottimi elementi: mistero, paranormale, orrore, umorismo, critica sociale degni di un racconto di Stephen King.

L’inspiegabile si fa strada nella normalità di tutti i giorni: diversi casi di sparizione convergono apparentemente a Wynbring, una tranquilla cittadina della campagna inglese.
Tranquilla ma solo in apparenza.

Dylan Dog e Bloch, con l’aiuto di Irma, si trovano a far luce sul mistero, diventando loro stessi delle vittime!
Wynbring, non è altro che una città viva e demoniaca, che abbandonata dai suoi abitanti, decide di ripopolarsi catturando e rendendo prigionieri tutti i coloro che si trovano a viaggiare nel tratto di autostrada che si trova nelle sue vicinanze.

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Paola Barbato, sceneggiatrice, dosa con maestria tutti gli ingredienti di questa storia: tempi comici azzeccatissimi, suspance, colpi di scena e persino la spiegazione del mistero (che, a mio avviso, è la parte piú macchinosa e noiosa di una storia) risulta fluida e piacevole alla lettura.

Il finale amaro con una nota di ironia sprezzante si rivela la parte migliore: una fine che mette un punto all’albo, ma non all’orrore raccontato da esso.
Un finale che lascia tutto in sospeso e che mi porta alla mente quelli “di una volta” (come la conclusione de “Il Male”, ad esempio) che lasciano un senso di inquietudine e di sconfitta: la gioia per la salvezza dei protagonisti è fugace rispetto all’Orrore che è sopravvissuto.

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I disegni di Giampiero Casertano rendono giustizia all’ottima storia, creando un’atmosfera nevrotica, cupa, a tratti malsana.
Le tavole a tutta pagina sono incredibili: rendono perfettamente la vertigine e il rumore delle azioni che si stanno verificando.

A pagina 43, Dylan è sul tetto di una delle case e ha un incontro ravvicinato con uno degli aerei che sorvola il cielo sopra Wynsbring. Osservandola si possono avvertire tutte le forze che si abbattono su Dylan: lo spostamento d’aria, la gravità, la paura di cadere, la polvere.

Allo stesso modo a pagina 94, assistiamo a un’altra delle scene piú complesse della vicenda: la cittadina, prese le sembianze di una creatura demoniaca, si trasforma a tal punto da potersi protendere verso il cielo e ghermire uno degli aerei di linea, facendolo precipitare.

Il disegno sembra vivo. I dettagli nodosi della città-creatura che ha sviluppato delle estremità che sembrano rampicanti, l’asfalto sottostante che si è trasformato in un enorme lago di catrame ribollente e che gorgoglia, quasi fosse furente e infine il rumore assordante che sembra trasparire da ogni linea.

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Se l’albo 343 mi aveva lasciato la sensazione di meraviglia e commozione delle vecchie storie di DyD, “Gli abbandonati” mi ha ridato la stessa energia degli albi adrenalitici “di una volta”, quelli che ti facevano fare una risata nervosa dopo aver terminato la lettura.

Ho grandi aspettative per l’albo del prossimo mese: copertina e anticipazione della trama mi fanno ben sperare. Che sia cominciato davvero un nuovo ciclo?

P.s. Ma quando torna John Ghost?!?