Dylan Dog 342, Il Cuore degli Uomini – Recensione

dylan-dog-342 È sempre più raro provare una bella sensazione dopo aver letto un fumetto: molto spesso i volumi lasciano l’amaro in bocca, un che di artificiale, come le caramelle alla frutta che sanno di colorante o “di medicina”.
Dopo aver letto “Il Cuore degli uomini”, Dylan Dog n. 342, il primo pensiero che mi è venuto in mente è di aver trovato finalmente una storia onesta.

Quando si vuole parlare d’amore il rischio è sempre grosso: o si partoriscono storie scialbe, piene di luoghi comuni o altre dove il sentimento viene distrutto, rinnegato e sostituito con l’amarezza.
Sembra che non si possa mai affrontare l’argomento in maniera equilibrata.
Quando si tratta d’amore, di donne e di sentimenti viene immediato pensare alle storie a “scadenza programmata” di Dylan Dog: il suo rapporto con il genere femminile è forse l’elemento più discordante e travagliato della sua personalità radicale, sempre schierata dalla parte degli indifesi, degli animali, dei freak e chi ne ha più ne metta.

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“Non sei tu, è la sceneggiatura”

Personalmente non ho mai sopportato il suo fare da latin lover da due soldi e non gli ho mai fatto sconti a riguardo, perché Dylan deve fare sempre la cosa giusta: è uno dei buoni.
O forse no?
La questione dell’ “Innamorato seriale”, per citare l’editoriale di Roberto Recchioni, mi ha dato l’idea di truffa, di scusa per mascherare un atteggiamento volutamente meschino e infantile.
Mi sono dovuta ricredere, con mia grande sorpresa.

Quanti cuori hai spezzato, Dylan?, quanti sorrisi hai capovolto? Quanto amore hai dato senza mai risparmiarti…. Quanto ne hai preteso? E per cosa? … Per cosa?”

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Anche Sherlock Holmes (Bloch) ne andrebbe fiero.

Recchioni ha affrontato il rapporto di Dylan con l’amore senza salire in cattedra e ci ha regalato una storia bella che miscela alla perfezione l’Amore e L’Orrore.
L’Indagatore viene finalmente obbligato a guardarsi allo specchio e a prendere coscienza dei propri limiti, a costo di scindersi, trasfigurarsi in uno dei mostri che ha stanato e combattuto in tutta la sua carriera.
Quest’albo sarà per lui una vera e propria discesa nell’Abisso: un viaggio dentro di sé di cui noi saremo spettatori e accompagnatori.

A rendere ancora più suggestiva l’esperienza ci sono i disegni di Piero Dall’Agnol che permettono al lettore di immergersi completamente nella storia, dividendo in maniera netta la dimensione del sogno (o forse dovrei dire incubo?) e della realtà.
Realtà rappresentata da un caso verosimile di violenza, che solitamente è associata al “Femminicidio”: una donna abbandonata decide di dimostrare che l’amore del proprio uomo, in questo caso il povero Dylan Dog, è in realtà ancora vivo e veritiero attraverso la violenza, la prigionia e le sevizie fisiche e psicologiche.
La violenza dell’amore, nelle sue mille declinazioni, è l’altro tema importante del numero 342 e coinvolge tutti i tipi di rapporto: soprattutto quello filiale.

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Era l’ora che un papà le suonasse da Dylan, ammettetelo.

 

Credo che “Il Cuore degli Uomini” sia la storia perfetta da leggere qualche giorno dopo S. Valentino: nell’era del consumismo dell’immagine e dell’apparenza, Recchioni vuole invitarci ad andare oltre i cioccolatini, i fiori, i gioielli e le promesse di Eterno Amore; forse perché l’unica cosa di cui si ha realmente bisogno è un po’ di onestà.
Soprattutto verso se stessi.

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