Cose che non vedremo nel nuovo RoboCop (e che rendono il film del 1987 un fottuto capolavoro)

Dopo aver visto il trailer del nuovo RoboCop, e averlo trovato a suo modo interessante, è il caso di andare a rispolverare l’illustre predecessore per rinfrescare la memoria a chi avesse dimenticato alcuni dei meriti di quello che non esito a definire uno dei massimi capolavori della fantascienza mondiale.

 crshLA VIOLENZA GRAFICA

La nuova versione potrà avere sparatorie, esplosioni e morti ammazzati: ma scommetto quel che volete che la cattiveria brutale, gratuita e tremendamente credibile del capostipite non rivivrà mai in nessun altro film di oggi. Dall’uccisione di Alex Murphy che ancora adesso fa distogliere lo sguardo tanto è terribile, alle uccisioni dei cialtroni della OCP, alla leggendaria morte del cattivo mezzo sciolto nell’acido e spappolato da un’auto in corsa (che credo abbia segnato la mia intera generazione): la violenza grafica dell’opera di Paul Veroheven è praticamente inarrivabile e ineguagliabile

robocop05L’ATMOSFERA

Eravamo al tramonto degli anni ’80 del secolo scorso: mai come in altre epoche un film del genere ha rappresentato la summa critica del contesto contemporaneo (arrivismo, tradimenti, violenza urbana, differenza sociali, multinazionali, media faziosi e superficiali e privatizzazioni). Pochi effetti speciali, molto futuro ‘possibile’, degrado e palazzoni. Difficile per un film d’azione sci-fi coniugare intrattenimento ad alto ritmo e messaggi, tanto è vero che non ne abbiamo più visti di simili…

robocop-shooting-range L’UMORISMO CINICO

Ancora oggi, a rivederlo, è incredibile la quantità di sghignazzate amare ma gustose che RoboCop anni ’80 regala nel suo arco fortemente dark e drammatico: quasi fosse un film satirico a tutto tondo, mentre invece riesce ad essere al tempo stesso una storia di fantascienza e una vicenda umana con brividi robotici perfettamente compiuta.

14819520L’ASSENZA DI FIGHETTERIA

Vale sia per il film che per il suo protagonista: pochi virtuosismi, girato in maniera solida senza sbavature e strizzatine d’occhio il primo, pesante, lento, meccanico e tormentato il secondo. Verhoeven è tipo di sostanza e grezzo in modo efficace. Il suo robosbirro, al di là dell’armatura scintillante e dell’apparente invulnerabilità, non ha niente di ruffiano per lo spettatore: è scomponibile, mangia omogeneizzati, pesa dieci tonnellate e ha debolezze molto chiare. Eppure lo amiamo e facciamo il tifo per lui quando va in crisi. Un Robocop agile, che fa i salti, muove troppo la faccia senza il casco e chiacchiera riuscirà a essere altrettanto ricco di fascino ed empatia?

IL TEMA MUSICALE DI BASIL POLEDOURIS

Sicuramente verrà recuperato da qualche parte come omaggio (la suoneria di un cellulare?) ma metto già adesso per iscritto che per il composer Pedro Bromfman superare il modello sarà impresa molto vicina all’impossibile.

robocop23PETER WELLER

Dite quello che vi pare, ma poi andare a rivedervi il film in lingua originale: quando si dice l’uomo giusto nel ruolo giusto. Semplicemente una interpretazione da brividi, anche a rivederla oggi con chiaro intento critico. Sarà durissima per Joel Kinnaman tenere testa a questo RoboCop.