Il grande e potente Oz – La recensione

Per poter analizzare Il grande e potente Oz di Sam RaimiDisney non si può che partire da quattro precise considerazioni (un paio assolutamente personali e discutibili, ma necessarie!)

  • E’ un prequel del classicissimo e amato film del 1939
  • E’ una grande e potente favola per bambini (che dei paragoni col 1939 se ne fregano bellamente)
  • E’ un grande e potente gioco teorico e metacinematografico
  • E’ de facto un remake for kids de L’Armata delle Tenebre

Partiamo dai titoli di testa, splendidamente realizzati e capaci di dimostrarci subito come il 3D nella pellicola non sia affatto Il-grande-e-potente-Oz-secondo-trailer-e-nuovo-poster-2pretestuoso: ottima profondità, cura teatrale, di grande atmosfera. C’è poi (primo, più ovvio e evidente, dei rimandi al 1939) l’incipit in 4:3 in bianco e nero, dove ancora una volta la terza dimensione si insinua a ‘rompere’ la gabbia quadrata non appena possibile. Facciamo la conoscenza di Oscar “Oz” Diggs, adorabile illusionista imbroglione, seduttore impenitente e con un ego micidiale. Ci siete?

Bene: perché (guarda caso 1) il suo circo ambulante viene investito da un tornado (guarda caso 2) e lui, fuggito in maniera rocambolesca su una mongolfiera, finisce nel meraviglioso Regno di Oz. Destino? Così pare, tanto che la terra che porta il suo nomignolo d’arte attende un salvatore, un mago, un uomo di buon cuore. Insomma, non lui: anche se, alla fine, sarà proprio lui.

grande e potente oz Chiaro, no? Com’è chiaro che la trama non è il punto forte di questa pellicola. Persino un bambino di cinque anni potrebbe anticiparvi tutto in un sol colpo. Eppure la semplicità e la linearità del plot non inficia l’esperienza di una visione che cresce col passare dei minuti. Se proprio vogliamo trovare i difetti, si può ammettere che certamente questa superficialità disinvolta e binaria finisce per inficiare un po’ troppo le figure negative. Cattiveria per il gusto della cattiveria insomma, e motivazioni un po’ labili, ma beh, di streghe cattive stiamo parlando e, militanti o meno, la cattiveria sta nel DNA. Diamolo per assodato.

Quindi: il background classico (1.) è rispettato, omaggiato e reinterpretato. Check.

La favola per bambini (2.) funziona? Di sicuro c’è tutto: l’eroe che deve scoprire di esserlo, i cattivi, i comprimari, la strega cattiva e la OZ: THE GREAT AND POWERFUL strega dolce e buona… e poi il castello, gli incantesimi, i fuochi d’artificio, gli scontri in campo aperto. Cose che però non funzionerebbero se non fossero gestite con polso, ritmo e un pizzico di follia. Raimi in questo è maestro e ci fa vedere di non aver perso lo smalto dei tempi migliori: tanto che ogni volta che può tira fuori un pezzo di bravura dei suoi. La carrellata pazzesca, la zoomata senza senso, l’inquadratura sghemba, i mostri, i cimiteri, le soggettive degli oggetti… che detto così sembra un film girato da un idiota, ma chi conosce il tipo sa che si può fidare: tutto si amalgama alla perfezione e dona quel ‘mood’ che serve a shakerare il brodino Disney. Che c’è, e non si può evitare: molto dell’immaginario è un po’ già visto e pacchiano, sebbene realizzato divinamente; alcuni snodi di trama e frasi ‘cult’ sono zuccherosi al 100%, il buonismo è di casa, ma lo stile del regista aiuta a smorzare il tutto e quando può sabota argutamente il piano mefistofelico di Topolino. Come sempre, in sala un occhio va buttato sui piccoli, piuttosto che su noialtri cinefili/critici/cinegeek induriti con l’occhio della tigre scafato: e loro hanno dimostrato di gradire con risate, applausi e gridolini. Magari facili… sì, ma avercene, di film così!

il-gra E chissà se i bambini si accorgeranno che questo cinema parla di cinema (3., ovviamente) quando il suo protagonista, il tracotante Oz – in procinto d’esser mago – arriva ad unire i suoi due miti, Houdini e Edison, attraverso un’invenzione che altro non è che illusione e magia al tempo stesso, unite dalla tecnologia: un proiettore di ‘fotografie in movimento’, evocato sin dai primi fotogrammi della nostra pellicola e naturalmente coerente e aderente alla storia già narrata (che sarà quella futura…). Tutto questo senza pesantezze e pretenziosità, nemiche dello spettacolo. Il meta-something si (ri)veste alla perfezione negli ingranaggi di un baraccone colorato, rutilante e anche un pochino, diciamolo dai, frivolo e contento d’esserlo.

Sam Raimi sembra davvero nato per girare questa storia e ne fa una summa del suo cinema_7759525261229600250 immaginario cartoonesco: e dimostra una volta ancora che pochi come lui sanno gestire fantasia, ritmo, divertimento, sentimento, umorismo e brividi miscelati in un cocktail per tutti. Se poi contiamo i ‘marchi di fabbrica’ e le strizzatine d’occhio ai fan e ai nerd inside, siamo davvero di fronte ad un prodotto capace di soddisfare molti palati (ma non tutti, ovvio). Strano sentirlo accostare da molti all’ultimo scorsesiano Hugo Cabret: pellicola, quella, che aveva velleità auteur e ai bambini faceva effetto soporifero, mentre questo Oz è uno smaccato giro di giostra colorato e divertente che, pur con i fucili caricati a canditi della Disney puntati contro, mette a segno più di un colpo da maestro.

Il-grande-e-potente-Oz-nuovi-poster-e-6-immagini-5 In ultimo spendo qualche parola per il cast. Ne sentirete dire di tutte, ci scommetto, ma sparare nel mucchio è fin troppo facile… sebbene non si possa smentire chi sostiene che i personaggi in computer grafica siano i migliori (^__^). James Franco doveva reggere gran parte del peso del film sulle sue spalle e ci riesce: fascino da mascalzone, faccia da schiaffi e sorrisi tirati, se la cava con verve affabulatoria all’occorrenza. Michelle Williams è… scusate, incantevole, davvero. Mila Kunis è tanto bella in modo imbarazzante all’inizio quanto imbarazzante nel prosieguo, sebbene la sua interpretazione non si possa criticare troppo, in quanto prettamente macchiettistica. Rachel Weisz, francamente un po’ sprecata, fa la maliarda e la fa con disinvoltura. In CG vincono la sfida delle emozioni la scimmia con le ali e la fanciulla di porcellana, che meritano elogi e sono davvero più tridimensionali dei character in carne e ossa.

Particine anche per gli immancabili Bruce Campbell e Ted Raimi, fratello di cotanto fratello.

Oh, scusate, dicevo de L’Armata delle Tenebre (4.)? Protagonista risucchiato da un tornado/vortice, finito in un altro tempo/spazio, acclamato come il salvatore è invece un cialtrone, fronteggia delle streghe, difende il castello con un esercito di poveracci, seduce e abbandona una bella che poi etc. etc., ci sono cimiteri, mostri volanti, alleati che costruiscono macchine avveniristiche…